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Papa Francesco alla Veglia di Pasqua: “Mai stare zitti davanti alle ingiustizie del mondo”

Papa Francesco durante la Veglia di Pasqua in piazza San Pietro ha parlato della Resurrezione come di una sfida, puntando il dito contro i discepoli ammutoliti che “non fanno nulla per vincere tante ingiustizie che vivono nella loro carne tanti nostri fratelli”.
A cura di Ida Artiaco
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"La Resurrezione è una sfida. Vogliamo partecipare a questo annuncio di vita o resteremo muti?". Così Papa Francesco nel corso della Veglia di Pasqua in piazza San Pietro davanti alla folla di fedeli, dopo che ha benedetto il fuoco, acceso il cero pasquale e guidato la processione al canto dell’Exultet. Il Pontefice ha esortato anche a non restare "ammutoliti e ottenebrati di fronte al dolore e alle ingiustizie del mondo", perché dobbiamo "spendere la nostra vita e la nostra energia, nel ricercare e nel generare cammini di dignità".

In particolare Bergoglio ha sottolineato come questa notte di attesa della Resurrezione di Gesù sia "la notte del silenzio del discepolo che si trova intirizzito e paralizzato, senza sapere dove andare di fronte a tante situazioni dolorose che lo opprimono e lo circondano, proprio come è successo agli apostoli duemila anni fa. È il discepolo di oggi, ammutolito davanti a una realtà che gli si impone facendogli sentire e, ciò che è peggio, credere che non si può fare nulla per vincere tante ingiustizie che vivono nella loro carne tanti nostri fratelli". Il riferimento è ai più deboli e ai diversi, agli immigrati, agli emarginati e agli ammalati.

E' anche per questo che nel corso della celebrazione della notte di Pasqua sono stati amministrati i sacramenti dell'iniziazione cristiana (battesimo, cresima e prima comunione) a otto adulti provenienti da Albania, Italia, Nigeria, Perù e Stati Uniti d'America, la maggior parte dei quali convertiti. Uno di loro è un immigrato nigeriano di 31 anni che ha sventato una rapina alla periferia di Roma, diventando un vero e proprio eroe. "Celebrare la Pasqua – ha continuato il Papa – significa credere nuovamente che Dio irrompe e non cessa di irrompere nelle nostre storie, sfidando i nostri determinismi uniformanti e paralizzanti. Celebrare la Pasqua significa lasciare che Gesù vinca quell’atteggiamento pusillanime che tante volte ci assedia e cerca di seppellire ogni tipo di speranza".

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