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Papa Francesco al presidente palestinese: “Tu, angelo di pace”

Il nuovo incontro tra i due capi di stato è l’occasione per uno scambio di doni e complimenti. Domenica le due autorità si vedranno nuovamente in occasione della canonizzazione di due sante palestinesi.
A cura di Redazione
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Abu Mazen e Papa Francesco.
Abu Mazen e Papa Francesco.

Dopo il riconoscimento dello "Stato di Palestina" in un accordo ufficiale siglato dalla Santa Sede, il leader mediorientale Abu Mazen e Papa Francesco si sono incontrati quest'oggi in un colloquio di circa venti minuti. Abu Mazen ha salutato prima il Santo Padre dicendo di vederlo più giovane, dopodiché gli ha mostrato il dono della delegazione palestinese composta da undici persone, tra cui il ministro degli Esteri, il portavoce del presidente e il sindaco di Betlemme. Il politico palestinese ha regalato a Papa Francesco una piccola cassa di madreperla con all'interno un rosario di legno d'ulivo e i reliquiari di Mariam Baouardy e Marie Alphonsine Danil Ghattas, le due suore palestinesi che durante la canonizzazione di domani, 17 maggio, verranno nominate sante.

Papa Francesco ha donato ad Abu Mazen una copia della Evangelii Gaudium e un medaglione con la figura dell'Angelo della Pace che, come spiegato da Bergoglio, "distrugge lo spirito cattivo della guerra. Ho pensato a te che sei un angelo di pace". I due capi di stato hanno poi proseguito l'incontro privatamente, avendo così modo di definire ulteriori dettagli sull'accordo globale tra Vaticano e Stato palestinese. In settimana i due leader hanno lavorato ad un accordo preliminare su un concordato destinato a segnare un'ulteriore svolta per il riconoscimento dello stato mediorientale. Per la prima volta, infatti, non si parla di OLP, ma di "Stato di Palestina", contribuendo ad un riconoscimento di fatto del governo palestinese. Un percorso, quello del riconoscimento politico della Palestina, che ha iniziato ad essere favorevole all'OLP a partire dalla data storica del 29 novembre 2012, quando l'organizzazione palestinese venne ammessa come Osservatore Permanente non membro presso l'Assemblea delle Nazioni Unite.

Contrariata Israele. A dispetto di quanto sostenuto dal Vaticano, secondo cui il riconoscimento gioverebbe ai processi di pace, il portavoce del Ministero degli esteri israeliano si è detto "deluso" dalla politica della Santa Sede, poiché non "contribuisce a riportare i palestinesi al tavolo delle trattative" per la pace.

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