Papa Francesco ai seminaristi: “Non date alla gente solo parole, ma anche tenerezza e consolazione”

Di fronte a circa seimila seminaristi e novizie, radunati in piazza San Pietro per la celebrazione dell'Anno della Fede, Papa Francesco ha pronunciato una delle omelie più sentite e significative dalla sua ascesa al soglio pontificio. Il Papa, citando un passaggio del suo predecessore Benedetto XVI, ha ricordato ai giovani che "la Chiesa non è nostra, ma è di Dio, il campo da coltivare è suo e la nostra missione è soprattutto grazia, che dona luce e forza alle nostre azioni". Sulla missione degli uomini di Chiesa Papa Bergoglio ha avuto parole di grande commozione: "L'evangelizzazione si fa in ginocchio e voi dovete sempre restare uomini di preghiera. Perché senza il rapporto costante con Dio la missione diventa mestiere. E il rischio dell'attivismo, di confidare troppo nelle strutture, è sempre in agguato. Se guardiamo a Gesù, vediamo che alla vigilia di ogni decisione o avvenimento importante, si raccoglieva in preghiera intensa e prolungata".

Poi, sempre rivolgendosi a quei "giovani scelti da Dio, non attraverso campagne pubblicitarie o appelli al servizio e alla generosità", Papa Francesco ha concluso ricordando i tre punti cardine ai quali deve conformarsi la vita di un ecclesiastico: "La gioia della consolazione, la croce di Cristo, la preghiera". E ogni servitore di Dio non deve aver paura della sua tenerezza, della sua consolazione: "Non abbiate paura della consolazione del Signore. Ne possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da lui, di essere amati da lui". Anche perché, ha chiosato il Pontefice: "La gente oggi ha bisogno certamente di parole, ma soprattutto ha bisogno che noi testimoniamo la misericordia, la tenerezza del Signore, che scalda il cuore, che risveglia la speranza, che attira verso il bene".