“Papà, ci stanno ammazzando”: l’ultimo messaggio di Mia, rapita col fratello da Hamas al rave party
"Papà, aiutami. Mi hanno sparato, ci stanno ammazzando". È questo l'ultimo messaggio inviato da Mia Regev, 21 anni, al papà Ilan pochi minuti dopo il raid dei combattenti di Hamas al rave party nel kibbutz di Re'im, nel Sud di Israele, a pochi passi dalla Striscia di Gaza.
La ragazza e il fratello 18enne Itai stavano partecipando alla manifestazione musicale lo scorso 7 ottobre quando sono stati rapiti, insieme ad altre decine di giovani, dai terroristi dell'organizzazione islamista. Da allora non si hanno più loro notizie.
Ieri, martedì 24 ottobre, il padre dei due ragazzi è volato a Roma insieme a una delegazione di parenti di persone tenute in ostaggio dai miliziani a seguito dell’attacco del 7 ottobre per un incontro a palazzo Chigi con Giorgia Meloni. Ha raccontato che la figlia gli ha inviato un ultimo, drammatico messaggio video su WhatsApp prima che le comunicazioni tra di loro si interrompessero.
Nelle immagini ricevute da Ilan la ragazza si nasconde in una macchina. "Mia mi ha inviato un breve video e poi un vocale su WhatsApp. Si vede terrorizzata mentre si nasconde in un’automobile. Nell’audio la si sente gridare che le hanno sparato, che sta morendo. Mi chiede di andarla ad aiutare", ha raccontato il papà.
Il quale ha voluto condividere la sua storia per lanciare un messaggio. "Il nostro obiettivo principale è riportare i bambini a casa e ricevere un segnale che provi che sono vivi. Spiegare al mondo che a Gaza sono detenuti bambini e cittadini innocenti. Spero che con la pressione che verrà esercitata a livello globale, riceveremo assistenza immediata per riportare i nostri figli a casa, sani e salvi".
Su Mia e Itai ha aggiunto: "Penso che sono feriti, che stanno soffrendo, spesso penso che sono già morti. Sono sicuro che non sono insieme perché Hamas divide gli uomini dalle donne. Mi domando cosa mangiano, se li curano, cosa provano quando sentono cadere tutte quelle bombe. Non dormo più, chiamo in continuazione i loro cellulari ma sono spenti. I miei figli sanno che sono disposto a fare qualsiasi cosa per loro. Sono pronto a dare la mia vita, per questo dico ad Hamas: prendete me".