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Papa Benedetto XVI: libertà religiosa minacciata nell’Ue e negata in troppi paesi

Benedetto XVI durante l’udienza al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede si dice preoccupato per l’insegnamento dell’educazione sessuale e civile che in molti Paesi europei minaccia la libertà religiosa. Rivolge poi un appello ai leader mediorientali affinchè proteggano i cristiani.
A cura di Cristian Basile
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Benedetto XVI durante il discorso tenuto oggi di fronte al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ha parlato della seria minaccia alla libertà religiosa che vede nell'educazione sessuale e civile impartita nelle scuole di alcuni Paesi europei. In particolare uno dei punti centrali sul suo discorso sulla libertà religiosa è destinato a far discutere e a suscitare polemiche:

"Non posso passare sotto silenzio un'altra minaccia alla libertà religiosa delle famiglie in alcuni Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale o civile che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione".

Sempre sul tema educativo, il Papa ha poi affermato che "riconoscere la libertà religiosa significa, inoltre, garantire che le comunità religiose possano operare liberamente nella società, con iniziative nei settori sociale, caritativo od educativo". "In ogni parte del mondo, d'altronde, si può constatare la fecondità delle opere della Chiesa cattolica in questi campi. E' preoccupante che questo servizio che le comunità religiose offrono a tutta la società, in particolare per l'educazione delle giovani generazioni, sia compromesso o ostacolato da progetti di legge che rischiano di creare una sorta di monopolio statale in materia scolastica, come si constata ad esempio in certi Paesi dell'America Latina".

"Mentre parecchi di essi – ha continuato il Pontefice – celebrano il secondo centenario della loro indipendenza, occasione propizia per ricordarsi del contributo della Chiesa cattolica alla formazione dell'identità nazionale, esorto tutti i governi a promuovere sistemi educativi che rispettino il diritto primordiale delle famiglie a decidere circa l'educazione dei figli e che si ispirino al principio di sussidiarietà, fondamentale per organizzare una società giusta".

Infine un appello ai governi e ai capi religiosi musulmani affinchè si impegnino a garantire che i cristiani in questi Paesi, come in tutto il Medio Oriente, possano vivere in pace e in sicurezza. "Guardando verso l'Oriente gli attentati che hanno seminato morte, dolore e smarrimento tra i cristiani dell'Iraq, al punto da spingerli a lasciare la terra dove i loro padri hanno vissuto lungo i secoli, ci hanno profondamente addolorato". "Rinnovo alle Autorita' di quel Paese e ai capi religiosi musulmani – ha aggiunto il Pontefice – il mio preoccupato appello ad operare affinche' i loro concittadini cristiani possano vivere in sicurezza e continuare ad apportare il loro contributo alla societa' di cui sono membri a pieno titolo".

Infine ha parlato ancora una volta della strage dei cristiani ad Alessandria d'Egitto: "Anche in Egitto, ad Alessandria, il terrorismo ha colpito brutalmente dei fedeli in preghiera in una chiesa. Questa successione di attacchi e' un segno ulteriore dell'urgente necessita' per i Governi della Regione di adottare, malgrado le difficolta' e le minacce, misure efficaci per la protezione delle minoranze religiose".

Il Papa, toccando un tasto delicatissimo, come testimonia l'incredibile vicenda di Tucson, con la sparatoria costata la vita a 6 persone, ha sottolineato "l'adozione da parte del Consiglio d'Europa, nello scorso mese di ottobre, di una risoluzione che protegge il diritto del personale medico all'obiezione di coscienza di fronte a certi atti che ledono gravemente il diritto alla vita, come l'aborto", ed ha concluso il suo discorso ricordando che la pace, primo dei diritti dell'uomo, "si costruisce e si conserva solamente quando l'uomo può liberamente cercare e servire Dio nel suo cuore, nella sua vita e nelle sue relazioni con gli altri".

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