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Papa al confine tra Messico e Usa: “Mai più morte e sfruttamento per i migranti”

“La migrazione forzata rappresenta un fenomeno globale, una crisi che si può misurare in cifre, ma che noi vogliamo misurarla con nomi, storie, famiglie” ha sottolineato Bergoglio da Ciudad Juarez, aggiungendo: “Sono fratelli e sorelle che partono spinti dalla povertà e dalla violenza”
A cura di Antonio Palma
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"Mai più morte e sfruttamento! C'è sempre tempo per cambiare, c'è sempre una via di uscita e un'opportunità, c'è sempre tempo per implorare la misericordia del Padre", così Papa Francesco si è rivolto alla folla di fedeli durante la messa celebrata a Ciudad Juarez, sul punto di confine tra Messico e Stati Uniti, a sole poche decine di metri dalla frontiera e dalla rete di divisone tra i due Paesi. È stata la prima messa celebrata da un Papa sul confine, una precisa scelta con un alto valore simbolico soprattutto per ricordare il dramma di centinaia di migliaia di migranti che cercano di varcare la frontiera spesso andando incontro al la morte.

"Qui a Ciudad Juarez, come in altre zone di frontiera, si concentrano migliaia di migranti dell'America Centrale e di altri paesi, senza dimenticare tanti messicani che pure cercano di passare dall'altra parte. Un passaggio, un cammino carico di terribili ingiustizie: schiavizzati, sequestrati, soggetti ad estorsione, molti nostri fratelli sono oggetto di commercio del transito umano" ha ricordato Bergoglio durante l'omelia, aggiungendo: " Non possiamo negare la crisi umanitaria che negli ultimi anni ha significato la migrazione di migliaia di persone, sia in treno, sia in autostrada, sia anche a piedi attraversando centinaia di chilometri per montagne, deserti, strade inospitali".

Questa "tragedia umana" che la "migrazione forzata" rappresenta, è "un fenomeno globale", ha proseguito ancora Bergoglio, sottolineando: "Questa crisi, che si può misurare in cifre, noi vogliamo misurarla con nomi, storie, famiglie. Sono fratelli e sorelle che partono spinti dalla povertà e dalla violenza, dal narcotraffico e dal crimine organizzato". "A fronte di tanti vuoti legali, si tende una rete che cattura e distrugge sempre i più poveri. Non solo soffrono la povertà bensì soprattutto queste forme di violenza. I giovani diventano carne da macello, sono perseguitati e minacciati quando tentano di uscire dalla spirale della violenza e dall'inferno delle droghe. E che dire delle tante donne alle quali con la violenza è stata ingiustamente tolta la vita! Per questo chiediamo al nostro Dio il dono della conversione, il dono delle lacrime. Mai più morte e sfruttamento! C'è sempre tempo per cambiare", ha concluso il Pontefice.

La messa a Ciudad Juarez è stato l'ultimo appuntamento di Papa Francesco in questo tour di 5 giorni in America, iniziato venerdì dopo una breve sosta a Cuba per lo storico incontro con il patriarca russo Kirill. Il Pontefice infatti è ripartito mercoledì sera dal Messico intorno alle 19.15 (3.15 in Italia) per il rientro in Vaticano. Il suo aereo ha lasciato l'aeroporto internazionale di Ciudad Juarez ed è atteso questo pomeriggio all'aeroporto romano di Ciampino intorno alle 14.45.

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