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Palestina, dopo il Piano di Trump, Abu Mazen annuncia: “Fine relazioni con Usa e Israele”

“Non accetterò l’annessione di Gerusalemme e non voglio passare alla storia come colui che ha venduto Gerusalemme”, ha tuonato Abu Mazen citato dall’agenzia Maan, aggiungendo che l’Anp “non accetterà mai gli Usa come unico mediatore al tavolo dei negoziati con Israele”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen ha annunciato la rottura di ogni relazione con Israele e la sospensione di tutti gli accordi all’indomani della presentazione del Piano di Pace in Medio Oriente di Donald Trump."Non accetterò l'annessione di Gerusalemme e non voglio passare alla storia come colui che ha venduto la città", ha tuonato Abu Mazen, citato dall'agenzia Maan. Usa e Israele hanno violato "gli accordi internazionali, inclusi quelli che hanno condotto alla creazione dello stato di Israele" ha poi aggiunto il leader palestinese. Al tempo stesso ha ammonito che il Piano "avrà ripercussioni su entrambi le parti del conflitto e l'intera regione". L'Anp, ha aggiunto, "non accetterà mai gli Usa come unico mediatore al tavolo dei negoziati con Israele".

Lo scorso 28 gennaio a Washington Trump insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva presentato “il piano del secolo” in 80 pagine che si basa su Gerusalemme come capitale “unita” dello Stato di Israele. Il piano, presentato dal consigliere di Trump Jared Kushner, si basa sulla creazione di uno Stato palestinese che avrà una capitale nella zona di Gerusalemme Est e che sarà sostenuto da 50 miliardi di dollari di investimenti da parte degli USA e dei loro alleati. Le diverse porzioni di Stato palestinese saranno unite da "strade, ponti e tunnel". Palestina che avrà comunque diverse limitazioni, stando al documento presentato: non potrà avere un esercito e non controllerà i suoi confini esterni e il suo spazio aereo. Inoltre in Cisgiordania diversi insediamenti legali diventeranno Stato di Israele, con Netanyahu che potrebbe annettere subito il 30% del territorio.

"Gerusalemme non è in vendita", aveva già commentato Abu Mazen; mentre Hamas aveva parlato di "discorso aggressivo che creerà molta rabbia". Opposizioni al piano di Trump sono arrivate anche dai leader turchi e iraniani. A sostegno del piano a Washington c'erano invece  gli ambasciatori di Oman, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, e Arabia Saudita.

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