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Pakistan: ucciso Bhatti, ministro delle minoranze che voleva cambiare la legge sulla blasfemia

Il Ministro per le minoranze pakistane Shahbaz Bhatti è stato barbaramente ucciso da un commando di integralisti. Bhatti era di religione cristiana e voleva modificare la legge sulla blasfemia.
A cura di Alfonso Biondi
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Ministro per le minoranze del Pakistan

Dopo il recente attentato di un baby kamikaze in cui 30 persone hanno perso la vita, il Pakistan scrive un'altra drammatica pagina della sua storia, una storia di cui estremismo e fondamentalismo fanno, purtroppo,  ancora parte. Oggi, infatti, è stato barbaramente ucciso Shahbaz Bhatti, Ministro per i problemi delle minoranze del suo Paese. Ad attenderlo fuori dalla sua casa di Islamabad c'era una commando di fondamentalisti che da un'automobile ha fatto fuoco contro il Ministro, crivellandolo con 30 colpi. Bhatti era senza scorta ed è morto mentre veniva portato in ospedale. Sul luogo dell'attentato sono stati rinvenuti dei volantini dei talebani pakistani del Punjab (una delle regioni del Pakistan)

Shahbaz Bhatti, 35enne, era di religione cristiana e aveva dichiarato guerra a ogni forma di fondamentalismo. La gente lo ricorda per la sua battaglia in favore di Asia Bibi, la donna che era stata condannata a morte per aver insultato Maometto alla presenza di alcune sue colleghe. La donna, per alcuni la "Sakineh Cristiana", ora è in attesa del processo d'appello davanti alla Corte di Lahore. Per Bhatti quella sulla blasfemia era una legge ingiusta, da modificare al più presto. Questa sua posizione, però, non era andata a genio ai gruppi di fondamentalisti che, nei mesi scorsi, più volte gli avevano fatto pervenire delle minacce di morte. E dalle minacce, oggi, sono passati ai fatti.

Bhatti credeva molto in quello che faceva. Dopo la conferma del suo incarico a Ministro delle minoranze, infatti, aveva parlato alla stampa con queste parole:

Ringrazio Dio per avermi dato l'opportunità di continuare la mia lotta perle minoranze oppresse del Pakistan: i cristiani e le altre minoranze sono cittadini del Pakistan e hanno gli stessi diritti di qualsiasi altro cittadini, perchè i nostri padri hanno sacrificato la loro vita per il Paese.

E intanto sulla drammatica vicenda arrivano le prime reazioni dal Pakistan e dal mondo. Il presidente pakistano Asif Ali Zardari ed premier Syed Yusuf Raza Gilani hanno fermamente condannato il barbaro attentato; hanno però anche ribadito che il governo non si fermerà nella lotta contro il terrorismo e l'estremismo. Il Ministro degli Esteri Franco Frattini, in una nota, parla di "un atto di violenza intollerabile contro una persona che si era distinta per la sua visione e il suo impegno a costruire una società basata sul dialogo e la tolleranza nei confronti di tutte le minoranze e le diverse religioni".

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