Pakistan: morta Asima, arsa viva dal fidanzato perché non voleva convertirsi all’Islam
Asima Yaqoob, la ragazza cristiana bruciata viva in Pakistan dal fidanzato per essersi rifiutata di convertirsi all'Islam per sposarlo, è morta nell'Ospedale Mayo di Lahore, in Punjab. Il decesso, hanno fatto sapere fonti sanitarie, è avvenuto a causa della gravità delle ustioni riportate su gran parte del corpo. Il responsabile del gesto, Rizwan Juggar, ha confessato ed è stato arrestato ieri.
Il padre di Asima, Jaqoob Masih, ha riferito alla polizia che il giovane l'ha attesa mentre tornava dal suo lavoro di domestica e in una strada di Sialkot, la loro città, le ha cosparso il corpo di cherosene per poi appiccarle il fuoco. Il ragazzo è quindi scappato e quando è stato catturato degli agenti ha tentato di giustificarsi affermando che non voleva ucciderla "ma soltanto spaventarla". "Stava cercando di costringere la ragazza a sposarlo – ha concluso il padre – ma lei ha rifiutato la sua proposta perché non voleva convertirsi all'islam", e avrebbe accettato solo se lui fosse diventato cristiano. Adesso Rizwan, che è in carcere, dovrà rispondere dell'accusa di omicidio.
Quello di Asima è solo l'ultimo di una serie di gravissimi delitti in cui dei normalissimi fidanzamenti e delle normali promesse di matrimonio si trasformano in veri e propri incubi. E' di pochi giorni fa la storia di Sana Cheema, venticinquenne di origini pachistane ma cresciuta a Brescia e naturalizzata italiana, secondo un amico sgozzata da padre e fratello per essersi rifiutata di prestarsi a un matrimonio combinato. Le autorità pakistane, tuttavia, hanno archiviato il caso come un infarto. E sempre nello stato del Punjab tre studentesse universitarie alcuni giorni fa sono state sfregiate con l'acido perché una di esse – sostenuta dalle altre due – avrebbe rifiutato una proposta di matrimonio.