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Pakistan, attentato kamikaze durante un funerale: 35 morti e 45 feriti

Un kamikaze, dopo essersi confuso tra la folla, s’è fatto saltare durante un funerale ad Adezai, un villaggio che si trova a una ventina di chilometri da Peshawar, nel Nord-Ovest del Pakistan.
A cura di Alfonso Biondi
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Kamikaze pakistano

Scorre ancora sangue in terra pakistana. Questa volta l'attentato è stato compiuto ad Adezai, un villaggio che si trova a una ventina di chilometri da Peshawar, nel Nord-Ovest del Paese.  L'attentatore, secondo quanto riferiscono i superstiti, s'è unito al corteo funebre che s'era formato in onore di un leader politico anti-talebano e filo-governativo di etnia pashtun, e s'era mescolato alla folla che recitava delle preghiere per il defunto.

Ad un certo punto, proprio mentre era circondato da un numero cospicuo di persone, l'uomo s'è fatto saltare in aria. Il bilancio dell'attentato, come riferito dall'alto funzionario Siraj Ahmed Khan alla televisione pakistana Geo News, è a dir poco drammatico: 35 persone hanno perso la vita e circa 45 sono rimaste ferite. Le stime sono ancora provvisorie, ma rendono comunque l'idea della drammatica portata della vicenda, come potete osservare nel video di Euronews.

Evidentemente l'obiettivo del kamikaze erano i circa 150 membri della milizia anti-talebana che presenziavano alla cerimonia. Il territorio in cui s'è svolto l'attentato, infatti, rappresenta una zona di Peshawar nella quale le milizie tribali filogovernative sono impegnate nella battaglia contro i Talebani. E questo infastidisce i Talebani. Per il momento, però, non è giunta nessuna rivendicazione dell'attentato.

Scorre ancora sangue in terra pakistana. Solamente ieri a Faisalabad, città del Pakistan centrale, è esplosa un'autobomba nei pressi di un distributore di gas. In pratica un'altra strage in cui 25 persone hanno perso la vita e 125 sono rimaste ferite.  L'attentato di ieri è stato rivendicato dai Talebani pakistani. La sensazione è che questi attentati continueranno a mietere vittime finché non ci sarà un cambiamento radicale nella cultura del paese, una cultura di cui "il culto del kamikaze" ha un posto di rilievo: basti pensare a quel baby kamikaze che ha ucciso 30 persone appena un mese fa o quei bambini che giocavano a fare i kamikaze.

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