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Pagavano i domestici meno del cibo per il cane: condannati gli Hinduja, la famiglia più ricca del Regno Unito

È stata condannata a 4 anni di carcere la famiglia più ricca del Regno Unito. Gli Hinduja sono stati processati per riduzione in schiavitù dei domestici nella loro villa di Ginevra. I lavoratori erano stati chiamati dall’India e venivano pagati meno dei cibo per cani per turni di 15 ore al giorno.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Prakhash e Kamal Hinduja a sinistra, a destra Ajay Hinduja e sua moglie Amrata
Prakhash e Kamal Hinduja a sinistra, a destra Ajay Hinduja e sua moglie Amrata

Ajay Hinduja, figlio di Prakhash e Kamal Hinduja, due dei membri della famiglia più ricca del Regno Unito, è stato  condannato a 4 anni di reclusione insieme alla moglie per aver ridotto i domestici della loro villa letteralmente in schiavitù. Secondo l'accusa, i due Hinduja, insieme ai più anziani Prakhash e Kamal, pagavano i collaboratori domestici meno di quanto pagassero il cibo per il loro cane. L'accusa è quella di sfruttamento della manodopera e lavoro illegale. È caduta invece l'accusa più grave mossa alla famiglia, ossia quella di traffico di esseri umani. 

La famiglia Hinduja, di origini indiane ma con passaporto britannico, è a capo di una multinazionale che possiede solo nel Regno Unito beni per 50 miliardi di euro e ben di più nel resto nel mondo. È loro, per esempio, la catena di alberghi Raffles. Nonostante le ampissime disponibilità economiche, la famiglia avrebbe ridotto i domestici letteralmente in schiavitù.

A fare causa agli Hinduja, alcuni lavoratori indiani portati a Ginevra per lavorare nella villa di famiglia nel quartiere di Cologny, in riva al Lago Lemano. I lavoratori non avevano avuto la possibilità di studiare neppure la lingua che sarebbe stata necessaria per vivere a Ginevra e venivano pagati 7-8 euro al giorno circa per turni di 15 o 18 ore, un decimo del minimo previsto dalla legge svizzera.

I domestici non avevano il giorno libero e i loro passaporti erano stati confiscati dai proprietari della villa che in questo modo vietavano loro di lasciare il luogo di lavoro. Gli stipendi, inoltre, venivano versati sui conti indiani dei domestici ogni tre o sei mesi, per risparmiare, lasciandoli così senza un soldo nella costosa Ginevra. I lavoratori dormivano in un seminterrato.

La famiglia ha respinto le accuse annunciando il ricorso davanti alla sentenza del tribunale svizzero. Secondo gli Hinduja, infatti, vale il "diritto al vitto e alloggio" che garantivano ai domestici e il nucleo familiare asserisce inoltre di "non aver mai scelto in prima persona il personale". Secondo la difesa, sarebbero stati "discriminati" dal sistema giudiziario svizzero.

Il quadro è tanto grave che, pur avendo patteggiato con i domestici un risarcimento in sede civile, i miliardari sono stati anche al centro di una seconda denuncia penale fatta dai magistrati per traffico di esseri umani. L'accusa è poi caduta, ma restano le condizioni nelle quali lavoravano i domestici.

"Ci erano riconoscenti" hanno invece affermato gli Hinduja tramite gli avvocati. Una di loro avrebbe anche detto al giudice che "l'accusa era esagerata". "Stare a guardare un film con i bambini di casa è lavoro?" avrebbe chiesto al giudice in aula.

Il figlio di Prakash e Kamal Hinduja, Ajay, e sua moglie Amrata, hanno presenziato a tutte le udienze. Non erano in tribunale al momento del verdetto finale: l'accusa ha chiesto per loro anche detenzione immediata, che il giudice però non ha disposto.

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