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“Padre Paolo Dall’Oglio ancora vivo, l’isis vuole uno scambio”: la rivelazione dalla Siria

Secondo fonti curde citate dal Times, il nome del missionario gesuita rapito nel 2013 a Raqqua sarebbe apparso in una delle trattative in corso nel Paese proprio tra curdi ed esponenti dello Stato islamico. L’Isis lo vorrebbe usare in uno scambio i cui sarebbero coinvolti anche il giornalista britannico John Cantlie e una infermiera neozelandese.
A cura di Antonio Palma
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Padre Paolo Dall'Oglio, il sacerdote gesuita scomparso in Siria ormai nel lontano 29 luglio del 2013 nel pieno dell'avanzata dello stato islamico nel Paese, potrebbe essere ancora vivo. La straordinaria rivelazione arriva da fonti curde raccolte dal quotidiano britannico Times. Secondo funzionari curdi di alto grado interpellati dal giornale, infatti, il suo nome sarebbe apparso in una delle trattative in corso nel Paese proprio tra curdi ed esponenti dello Stato islamico. In pratica, stando al racconto di queste  fonti, alcuni membri dell'Isis starebbero  cercando un accordo con le forze curdo-arabe sostenute dagli Stati Uniti che li circondano nel nord della Siria e avrebbero richiesto un passaggio sicuro per unirsi alle altre loro forze in cambio della liberazione di diversi ostaggi che affermano di avere nelle loro mani.

Tra gli ostaggi citati nella trattativa, oltre a diversi curdi, figurerebbero anche tre occidentali: i britannico John Cantlie, il giornalista catturato dall'Isis sette anni fa in Siria, il prete italiano Paolo Dall'Oglio e una infermiera neozelandese della Croce Rossa. I tre furono sequestrati in diversi episodi nei primi giorni dell'ascesa al potere del gruppo terroristico e da allora di loro non si è saputo più nulla tanto che per lungo tempo si è temuto che ormai fossero stati uccisi. L'unico di loro ad essere apparso successivamente al rapimento è stato proprio il britannico, rapito nel 2012 insieme al reporter americano James Foley, poi decapitato dai terroristi.

Cantlie era stato usato inizialmente dall'Isis come una sorta di corrispondente di guerra a fini propagandistici. In alcuni video appariva in abiti civili e si comportava come un giornalista che raccontava le condizioni all'interno del Califfato. Su di lui si sono riaccese le speranze nei giorni scorsi quando il viceministro inglese della sicurezza Ben Wallace ne ha parlato in un incontro con i giornalisti, sostenendo che per l'intelligenze è ancora vivo e in mano ai jihadisti. Nei giorni precedenti, altre fonti curde  avevano reso noto che Cantlie si trovava a Dayr az Zor, ultima roccaforte dell'Isis circondata dai curdi.

Del missionario gesuita 64enne scomparso a Raqqa nel 2013 invece non si hanno notizie certe da cinque anni e mezzo. Anche se il suo nome periodicamente è comparso tra le tante trattative intavolate con lo stato islamico, di lui non si è mai saputo nulla di certo. Padre Paolo Dall'Oglio vene rapito dai miliziani islamisti proprio mentre negoziava il rilascio di alcuni manifestanti. In Siria dove aveva fondato una comunità per incoraggiare il dialogo tra cristiani e musulmani,  infatti era una personalità riconosciuta e rispettata. questo però no lgi risparmiò la cattura da parte dei jihadisti dell'allora nascente stato islamico

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