Ostaggio per 5 anni dei Talebani, dopo la liberazione viene accusato di violenza sessuale
Jousha Boyle, ex ostaggio dei talebani, torna in carcere. L'uomo, liberato il 12 ottobre scorso insieme alla moglie americana Caitlan Coleman e ai loro 3 figli venuti al mondo durante la prigionia durata 5 anni, è stato arrestato ed incriminato con 15 capi di imputazione, tra i quali abusi sessuali e minacce di morte contro una vittima la cui identità non è stata rivelata. Boyle, 34 anni, è comparso di fronte al tribunale di Ottawa il primo gennaio e ora si trova in custodia cautelare.
Secondo gli atti dell'inchiesta che hanno indotto la pubblica accusa di Ottawa ad emettere il provvedimento nei confronti di Boyle, l'uomo avrebbe compiuto i reati contestatigli tra il 14 ottobre (cioè appena quattro giorni dai rientro in Canada) ed il 30 dicembre scorso. In totale sono 15 le accuse rivolte a Joshua Boyle: otto per aggressione sessuale; due per violenza sessuale; due per sequestro di persona; una per minacce; una per somministrazione di una sostanza nociva; una per intralcio alle indagini. "Il signor Boyle è presunto innocente. Non ha mai avuto problemi prima. Nessuna prova è stata ancora presentata, il che è normale a questo punto", ha sostenuto il suo difensore, l'avvocato Eric Granger. "Stiamo aspettando che vengano esibite le prove per difenderci da queste accuse". Il 34enne, con la moglie, la statunitense Caitlan Coleman, e i loro tre figli (nati durante la prigionia), erano stati liberati da soldati pakistani il 10 ottobre. In seguito alla liberazione, Boyle aveva dichiarato ai media che i rapitori avevano ucciso un quarto figlio (una bambina) e violentato sua moglie.