video suggerito
video suggerito
Opinioni

Orrore in Messico, trovati due camion frigorifero con oltre 300 cadaveri all’interno

A Jalisco, in Messico, oltre 300 cadaveri della guerra dei narcos sono stati stipati dentro due camion frigorifero. A fare la macabra scoperta gli abitanti allarmati dall’odore nauseabondo che proveniva dagli automezzi abbandonati alla periferia di Guadalajara. Nei primi sette mesi del 2018, sono oltre 1.200 gli omicidi registrati in questo Stato messicano affacciato sull’Oceano Pacifico.
A cura di Mirko Bellis
914 CONDIVISIONI
I due camion frigorifero utilizzati per conservare i cadaveri di persone uccise dai narcos
I due camion frigorifero utilizzati per conservare i cadaveri di persone uccise dai narcos

I cadaveri di oltre 300 persone non identificati sono stati rinvenuti all’interno di due camion frigorifero. A fare la macabra scoperta sono stati gli abitanti di Tlajomulco de Zúñiga, un paesino a sud di Guadalajara, il capoluogo dello Stato messicano di Jalisco. Da giorni, uno degli automezzi era stato abbandonato in un terreno vicino ad una zona residenziale. L’odore fetido che emanava e una scia di sangue che usciva dal mezzo hanno cominciato ad insospettire i vicini. Quando hanno aperto le portiere davanti ai loro occhi si è presentato uno spettacolo dantesco. Ammassati uno sopra l’altro, centinaia di cadaveri rinchiusi dentro sacchi di immondizia occupavano quasi interamente il rimorchio del mezzo.

Nel Messico sconvolto dalla guerra dei narcos capita anche che i morti dei cartelli della droga siano così tanti da non trovare posto negli obitori. Il direttore dell’istituto di Medicina Legale di Jalisco e il procuratore generale dello Stato, avevano ideato quindi un modo singolare per conservare i cadaveri: stiparli dentro camion frigorifero fino a quando non si fosse trovata una soluzione. Dalle prime indagini è emerso che i “camion della morte” avevano lasciato l’obitorio il 31 agosto scorso. La loro prima destinazione è stata un magazzino in disuso di un’impresa di costruzioni a Tlaquepaque, un complesso residenziale a sud di Guadalajara. Le prime denunce sono iniziate sabato scorso quando i residenti hanno dato l’allarme temendo per la salute dei loro figli. “Non lo vogliamo qui, deve essere portato via, abbiamo molti bambini, c’è un odore nauseabondo e possono ammalarsi”, ha detto José Luis Tovar, un residente dell'urbanizzazione. Dopo il raccapricciante ritrovamento dei cadaveri, le autorità locali hanno dovuto riconoscere che gli autisti avevano vagato per settimane alla ricerca di un punto dove parcheggiare il loro carico di morte. Non trovandone uno, hanno deciso di abbandonare i camion in un terreno a Tlajomulco de Zúñiga, dove dopo 12 ore sono stati scoperti dagli abitanti.

Secondo quanto ha dichiarato in una conferenza stampa il governatore dello Stato, Aristóteles Sandoval, nel primo mezzo c’erano 273 cadaveri mentre nel secondo 49. Sono i corpi senza vita della violenza dei narcos, tra cui spicca il Cartello Jalisco Nueva Generación, considerato il gruppo criminale messicano più potente. Solo nei primi sette mesi dell'anno, sono oltre 1.200 gli omicidi registrati a Jalisco: il 47% in più rispetto allo stesso periodo del 2017.

Il modo in cui sono stati trattati i resti delle persone uccise dalla criminalità ha suscitato una profonda indignazione in tutto il Paese.

“Vogliamo esprimere il nostro sdegno per il trattamento inumano dei corpi senza vita trasportati in un rimorchio da un comune all’altro dell’area metropolitana di Guadalajara. Chiediamo alle autorità competenti un'indagine esaustiva dei fatti in modo che i responsabili siano consegnati alla giustizia e ricevano la sanzione che corrisponde alla legge”, si legge in una nota diffusa dalla Commissione nazionale per i diritti umani. Dopo il ritrovamento dei camion, una delle prime teste a cadere è stato il direttore dell’istituto forense, Luis Octavio Cotero. Il govenatore di Jalisco ha annunciato il suo licenziamento in tronco. “È chiaro che ci sono state omissioni gravi che devono essere sanzionate”, ha affermato. Da parte sua, l’ormai ex responsabile della medicina legale di Guadalajara ha negato di essere l’unico colpevole. “Questo centro forense ha a malapena la capacità di ricevere 144 corpi”, si è difeso. Anche il procuratore generale, Raúl Sánchez, è stato costretto a fare un passo indietro, sommerso dallo scandalo. Adesso i due mezzi pesanti si trovano nel patio dell’obitorio dell’istituto di medicina legale di Guadalajara in attesa che venga trovata una soluzione. “Questi cadaveri – ha ribadito Sandoval –devono avere un trattamento degno e rispettoso”.

914 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views