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#OregonUnderAttack, miliziani antigovernativi armati occupano edificio federale

Una milizia armata ha occupato un edificio governativo in Oregon. I miliziani protestano contro la condanna di alcuni allevatori e chiedono che il governo smetta di interferire nei loro affari. Le milizie rappresentano uno dei più gravi pericoli alla sicurezza interna negli Stati Uniti.
A cura di Valerio Renzi
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Immagine postata su Twitter dal giornalista del The Guardian Jason Wilson
Immagine postata su Twitter dal giornalista del The Guardian Jason Wilson

Un gruppo di miliziani ho occupato in Oregon un edificio Federale. Si tratta degli uffici del rifugio per la fauna selvatica, il Malheur wildlife national refuge, nella cittadina di Burns. A guidare il gruppo di uomini armati al termine di una manifestazione pacifica una coppia di padre e figlio, rispettivamente Ammon e Cliven Bundy. I Bundy sono noti per essere al centro di infinite controversie legali tra le autorità Federali e gruppi di allevatori e come animatori di gruppi radicalmente antigovernativi.

La protesta è nata dopo la condanna di Dwight e Steven Hammond, anche in questo caso padre e figlio allevatori di bestiame, che sono stati condannati a cinque anni di carcere per l'incendio doloso di 130 acri di terra per coprire le loro attività di bracconaggio. Gli occupanti dell'edificio hanno rifiutato categoricamente l'etichetta di "terroristi", nonostante le armi d'assalto che avrebbero con se, e dichiarato di agire nell'esclusivo "interesse del popolo" e della "difesa della Costituzione americana".

Al momento la situazione si troverebbe in uno stato di stallo e le autorità hanno invitato i cittadini a non avvicinarsi alla zona. I miliziani, per voce di Ammon Bundy, hanno fatto appello ai "patrioti" di tutto il paese a raggiungerli, e hanno specificato di non voler usare le armi a meno che non fossero costretti. "Siamo pronti a rimanere qua dentro per anni per difendere il popolo e i nostri diritti dalle ingerenze del Governo", ha spiegato Bundy.

Il fenomeno delle Milizie

E' il 19 aprile del 1995 quando l'America inorridisce di fronte alla strage di Oklahoma City. Un'autobomba realizzata con esplosivo artigianale, sventra l'Alfred Murrah Federal Building, uccidendo 168 persone e ferendone 680. Gli Stati Uniti si trovano di fronte ad un'inedita forma di terrorismo interno, fatto da maschi bianchi di estrazione sociale umile, fanatici delle armi e con simpatie di estrema destra, imbevuti di teorie complottiste e che hanno il loro primo nemico nel Governo Federale.

Sono lone wolf, lupi solitari, o organizzati in milizie, soprattutto nell'America più profonda. Gruppi di cittadini armati che si rifanno al secondo emendamento della Costituzione che recita: "Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia regolamentata, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto". Le milizie si trasformano così da garanzia di libertà nei confronti del potere tirannico da cui i coloni si erano appena liberati, a pericolo per la sicurezza nazionale. I miliziani non vogliono nessuna ingerenza dello stato centrale, di cui non vogliono riconoscere le leggi e a cui non vogliono versare le tasse. Spesso le milizie si sovrappongono, o hanno stretti contatti, con i gruppi di suprematisti bianchi.

Con l'elezione di Barack Obama e l'arrivo del primo afroamericano alla Casa Bianca, il fenomeno delle milizie ha ripreso vigore. Nel 2012 il Southern Poverty Law Center, nato dal movimento per i diritti civili in una città simbolo della lotta contro la segregazione, Montgomery in Alabama, censiva 344 milizie in tutto il paese.

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