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Orban vince le elezioni, ma è sconfitto sulla legge anti-gay: il referendum non raggiunge il quorum

Viktor Orba esce sconfitto dal referendum sulla legge contro la “promozione dell’omosessualità” ai minori, celebrato nelle stesso giorno delle elezioni. Come auspicato dalle organizzazioni per i diritti umani, non è stato raggiunto il quorum.
A cura di Annalisa Girardi
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Viktor Orban ha vinto le elezioni legislative in Ungheria, ottenendo quindi il quarto mandato consecutivo, ma esce sconfitto dal referendum sulla legge contro la "promozione dell'omosessualità" ai minori. Una consultazione che si è tenuta nello stesso giorno delle elezioni e che le organizzazioni per i diritti umani avevano chiesto di boicottare. E in effetti, non è stato raggiunto il quorum, come auspicato dalle associazioni Lgbtq+. Il referendum riguardava la discussa legge approvata a giugno dello scorso anno, che vieta di mostrare ai minori qualsiasi contenuto che ritratta l'omosessualità o le transizioni di genere.

Il mese successivo all'approvazione della legge migliaia di ungheresi avevano partecipato al Gay Pride di Budapest per protestare contro la nuova norma. Legge che è stata anche fortemente condannata dall'Unione europea, che ha deciso di aprire una procedura d'infrazione contro l'Ungheria. Un Paese dove le politiche di repressione contro la comunità Lgbtq+ non sono purtroppo una novità, nonché un cavallo di battaglia del partito del presidente Orban, Fidesz.

Che in questi mesi si è anche contraddistinto per una posizione controversa sull'invasione russa dell'Ucraina. Nel suo discorso dopo l'elezione Orban ha detto: "Cari amici, abbiamo riportato una vittoria eccezionale, una vittoria così grande che senza dubbio possiamo vederla dalla Luna, in ogni caso sicuramente da Bruxelles. Abbiamo dovuto batterci contro le più grandi forze, la sinistra nazionale, la sinistra internazionale, i burocrati di Bruxelles, tutte le organizzazioni dell'impero di Soros, i grandi media internazionali e infine anche il presidente ucraino, non abbiamo mai avuto così tanti avversari".

Non sono mancate le congratulazioni per la rielezione da parte del presidente russo Vladimir Putin, che ha inviato un telegramma a Orban. "Il capo di stato ha espresso la sua fiducia che nonostante la difficile situazione internazionale lo sviluppo della partnership bilaterale possa proseguire e rafforzarsi nell'interesse dei popoli ungherese e russo", fanno sapere dal Cremlino.

Ma Putin non è stato l'unico. Anche Matteo Salvini e Giorgia Meloni si sono congratulati con Orban. Il leader della Lega ha scritto su Twitter: "Bravo Viktor! Da solo contro tutti, attaccato dai sinistri fanatici del pensiero unico, minacciato da chi vorrebbe cancellare le radici giudaico-cristiane dell'Europa, denigrato da chi vorrebbe sradicare i valori legati a famiglia, sicurezza, merito, sviluppo, solidarietà, sovranità e libertà, hai vinto anche stavolta grazie a quello che manca agli altri: l'amore e il consenso della gente. Forza Viktor, onore al libero Popolo ungherese".

Mentre la presidente di FdI ha affermato: "Vittoria straordinaria. Per batterlo non è bastata nemmeno un'accozzaglia elettorale che ha tenuto insieme tutta la sinistra e l'estrema destra (per l'occasione stranamente considerata presentabile). Per anni lo hanno attaccato per le sue politiche a difesa dei confini e della famiglia, ma nessuno lo ha ringraziato nelle ultime settimane per aver accolto centinaia di migliaia di profughi ucraini. L'Ungheria è membro della Nato e dell'Ue e sta rispettando gli altri impegni assunti. È interesse dell'Europa riappassionare gli ungheresi alla causa comune e chiudere spazi alle ingerenze di Russia e Cina, ma per farlo Bruxelles deve innanzitutto rispettare la loro volontà. Che oggi, ancora una volta, ha parlato chiaro".

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