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Presidenza Trump

Ora Trump promette dazi sulle auto straniere al 25%: quando scatteranno

Il presidente statunitense ha annunciato nuove tariffe sulle auto straniere intorno al 25%. I dazi, che potrebbero allargarsi e colpire anche il settore dei semiconduttori e quello farmaceutico, dovrebbero entrare in vigore il prossimo 2 aprile.
A cura di Giulia Casula
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Nuovi dazi in arrivo da parte dell'amministrazione Trump. Parlando con i giornalisti a Mar-a-Lago, ieri il presidente statunitense ha annunciato nuove tariffe sulle auto straniere importate in America intorno al 25%. Misure simili dovrebbero presto toccare anche i semiconduttori e il settore farmaceutico. 

Dapprima sarà l'industria automobilistica ad esser colpita dai dazi, che verranno annunciati ufficialmente il 2 aprile prossimo.  "I dazi sulle auto importate saranno del 25% e oltre, e aumenteranno notevolmente nel corso dell'anno, ma vogliamo dare loro il tempo di arrivare", riferendosi alla possibilità per le aziende straniere di entrare nel mercato americano e trasferire lì le loro fabbriche.

L'offensiva di Trump nei confronti dei suoi partner commerciali non accenna a placarsi. Nelle scorse settimane il tycoon aveva imposte nuove tariffe sulle importazioni di acciaio e alluminio, pari al 25%, e sulle merci provenienti dalla Cina, al 10%. In ultimo, era arrivato l'annuncio di dazi doganali "reciproci", rivolti a "qualsiasi Paese che applichi dazi" nei confronti degli Stati Uniti. Queste tariffe non dovrebbero essere uguali per tutti, ma saranno personalizzate per ogni Paese sulla base di alcuni criteri come il valore dell'imposta applicata dalla nazione sull'export statunitense, i costi per le aziende americane, politiche, tassi di cambio e qualsiasi altra pratica che l'amministrazione Trump riterrà "ingiusta". Il tycoon aveva fatto sapere di voler colpire anche l'Iva, l'imposta sul valore delle merci, sebbene quest'ultima non gravi più di tante sulle aziende – che possono recuperarla -, ma esclusivamente sui consumatori.

La guerra commerciale avviata da Trump dovrebbe servire a pareggiare il rapporto tra import ed export, che soprattutto nel caos dell'Europa è "molto ingiusto". Stando alle stime fornite dal Dipartimento del Commercio americano, la differenza tra i prodotti europei acquistati dagli Usa e quelli americani venduti nel Vecchio continente supererà i 235 miliardi nel 2024, mentre gli Usa vanterebbero un surplus commerciale nei servizi. Tuttavia, non è detto che le mosse del presidente statunitense sortiscano l'effetto sperato, ma anzi, potrebbero rivelarsi un boomerang per gli Usa.

Intanto sono arrivate le prime reazioni da alcuni dei principali fornitori del settore dell'auto come Taiwan, la Corea del Sud o il Giappone. "La portata dei prodotti soggetti a dazi doganali non è ancora stata chiarita. Continueremo a monitorare e supportare le industrie taiwanesi", ha reagito il Ministero dell'Economia taiwanese in una dichiarazione. "Per quanto riguarda le tariffe sulle automobili, abbiamo sollevato la questione con il governo degli Stati Uniti", ha affermato anche il portavoce del governo giapponese Yoshimasa Hayashi. Di fronte "all'importanza dell'industria automobilistica giapponese", Tokyo "adotterà innanzitutto misure appropriate, esaminandone attentamente i dettagli specifici".

Per quanto riguarda le tariffe sull'acciaio invece, la Corea del Sud aveva dichiarato di voler "costruire una stretta relazione" con l'amministrazione Trump, che ha accolto la dichiarazione con favore. "Sono stato contattato da alcune delle più grandi aziende del mondo e, grazie a ciò che stiamo facendo con i dazi e gli incentivi, vogliono tornare negli Stati Uniti e noi annunceremo che torneranno anche grandi aziende", ha affermato.

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