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Onu: “Guerra in Siria peggio del genocidio in Ruanda”

Antonio Gutarres, Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati, spiega che 1,8 milioni di cittadini siriani sono fuggiti in Libano, Iraq, Turchia, Giordania ed Egitto.
A cura di Davide Falcioni
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Seimila persone fuggono ogni giorno dalla Siria, stravolta da oltre di due anni di guerra che, secondo le stime ufficiali, hanno causato non meno di 92mila morti, milioni di profughi e spaccature insanabili nella societàA. Intanto anche nel vicino Iraq si intensificano le violenze, con continui attentati a cadenza quasi quotidiana. E' quanto detto ieri a New York, in una rara conferenza stampa straordinaria, l'Alto Commissario per i Rifugiati Antonio Guterres, che ha spiegato: "Non ho mai visto un così alto numero di rifugiati fuggire in un tempo così breve. Mi ricorda lo spaventoso genocidio del Ruanda di quasi 20 anni fa". Gutarres poi ha fatto i numeri, spiegando che 1,8 milioni di persone sono fuggite in Libano, Iraq, Turchia, Giordania e Egitto. Ivan Simonovic – assistente del segretario generale per i diritti umani – ha parlato di non meno di 92.901 morti dal marzo del 2011 alla fine di aprile del 2013: di questi non meno di 6.500 sono bambini.

Ma come detto a preoccupare i vertici dell'Onu non è solo la crisi siriana. Martin Kobler – inviato in Iraq delle Nazioni Unite – ha spiegato che l'escalation di violenza nel paese non può più essere separata dalla guerra in Siria, "perché i campi di battaglia si stanno fondendo". Kobler ha spiegato che i gruppi armati iracheni hanno un ruolo importantissimo anche in Siria, e di conseguenza "i due paesi sono interconnessi. L'Iraq è la linea di faglia tra sciiti e sunniti. Tutto quello che accade in Siria si ripercuote automaticamente anche sull'Iraq". Dove, ha spiegato l'inviato dell'Onu, negli ultimi 5 anni le violenze hanno causato oltre 3000 morti e 5000 feriti.

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