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Onu: “235mila migranti sono pronti a partire dalla Libia verso l’Italia”

Per arrestare l’ascesa del terrorismo e di quello migratorio, Martin Kobler – capo della missione Onu in Libia – sostiene si debba puntare a risolvere i problemi di instabilità che attanagliano il Paese, ristabilendo la legalità.
A cura di Charlotte Matteini
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barconi naufragati libia

In un'intervista rilasciata al quotidiano La Stampa, Martin Kobler, a capo della missione Onu in Libia, ha rilasciato alcune dichiarazioni relative al fenomeno migratorio che interessa la tratta marittima Libia – Italia, sostenendo che il Belpaese a breve potrebbe trovarsi a fronteggiare l'arrivo di centinaia di migliaia di migranti se la situazione libica non dovesse risolversi in tempi brevi.

"In Libia ci sono 235 mila migranti che aspettano di trovare il modo per andare in Italia. È cruciale ristabilire la sicurezza nel Paese, per contrastare il fenomeno del traffico degli esseri umani che si intreccia con quello del terrorismo". Secondo Kobler, le tensioni militari tra le forze di Governo e il generale Haftar avrebbero contribuito ad aggravare la situazione di instabilità politica e di insicurezza sul territorio, "La Libia però ha bisogno di dialogo, stabilità e unità. Io ho contattato Haftar e sono pronto ad incontrarlo, per trovare una soluzione che consenta di formare un esercito unitario, per combattere tutti insieme i terroristi e proteggere il petrolio".

Kobler ha inoltre sottolineato che l'offensiva a Sirte, grazie alla quale poche settimane fa i territori della cittadina sono stati liberati dall'Isis, ha certo incoraggiato e portato effetti positivi in Libia, ma "nello stesso tempo dobbiamo restare vigilanti, perché il terrorismo non è finito e i suoi militanti cercheranno di trasferirsi in altre regioni. Il primo obiettivo ora deve essere stabilizzare la città. A Sirte ci sono 90.000 profughi che hanno dovuto lasciare le loro case".

La mancanza di autorità statale in Libia avrebbe provocato l'ascesa del fenomeno terroristico e l'ampliamento di quello migratorio, che coinvolge l'Italia, e secondo Kobler solo ristabilendo la legalità si potrà porre un freno ai problemi che attanagliano il Paese. "Il traffico di esseri umani è un crimine, e come tale va combattuto: servono una polizia e un esercito unitari, schierati su tutto il territorio, per contrastare terroristi e trafficanti. Nelle nostre liste ci sono 235.000 migranti che aspettano solo l’occasione per andare in Italia, e lo faranno. Il rafforzamento della sicurezza è la questione più importante in questo momento. Se ci sarà un esercito forte e unito, non frammentato, i pericoli del terrorismo e del traffico di esseri umani finiranno".

Per risolvere davvero il problema del traffico di esseri umani "bisogna andare alla sua radice, che sta nel transito e nel traffico sulle coste libiche, ma anche nella povertà dei paesi d’origine. Io sono stato nei campi, ho parlato con migranti senegalesi o della Guinea Bissau, e tutti mi hanno detto che partono perché a casa loro non hanno nulla da mangiare. La battaglia va condotta prima di tutto nei Paesi d’origine, e così risolveremo anche l’emergenza del transito in Libia", conclude Kobler.

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