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Omicidio Nemtsov: “La confessione di Dadayev sotto tortura. E’ innocente”

Uno dei cinque sospettati per l’omicidio dell’oppositore di Putin ha smentito di aver confessato il delitto durante una visita della commissione per i diritti umani dei detenuti. Anche un altro indagato afferma di aver subito un pestaggio per la confessione.
A cura di Biagio Chiariello
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Zaur Dadayev non ha ucciso Boris Nemtsov. E’ stato lo stesso ex tenente, già vice capo del battaglione locale Sever (Nord), a smentire di aver confessato il delitto dell’oppositore di Putin avvenuto nella notte tra venerdì e sabato nei pressi del Cremlino. Lo scrive il tabloid Moskovski Komsomolets riferendo di una visita, nel carcere Lefortovo di Mosca, da parte della commissione per i diritti umani dei detenuti di cui fa parte un giornalista del quotidiano. "Ci sono ragioni che ci inducono a credere che Dadayev abbia confessato sotto tortura", ha dichiarato Andrei Babushkin, che ha aggiunto di aver visto "numerose ferite" sul corpo del detenuto. La commissione ha incontrato in carcere anche i cugini di Dadayev, Azor e Shagid Gubashev, anche loro indagati per l'omicidio Nemtsov. Durante la visita Anzor non ha parlato, mentre Shagid Gubashev racconta che chi lo ha catturato lo ha picchiato e imposto di dichiararsi colpevole.

"Continuavano a gridare: ‘hai ucciso tu Nemtsov? Io dicevo loro di no" avrebbe riferito Dadayev, secondo quanto riportato dal giornale: L’ex tenente ha denunciato di essere stato "incappucciato" dopo la cattura ma di essere trattato bene in carcere. "Ero con il mio compagno d'armi Ruslan Iusupov – cita il tabloid – e mi hanno detto che se avessi confessato lo avrebbero lasciato andare. Ho detto di sì, ho pensato di salvarlo, volevo arrivare a Mosca vivo, altrimenti mi poteva capitare quello che è successo a Shavanov. Dicono che lui si è fatto esplodere con una granata", ha affermato, riferendosi al suo ex commilitone che si sarebbe fatto saltare in aria mentre era accerchiato dalle forze dell'ordine nel suo appartamento a Grozny."Pensavo che mi avrebbero portato a Mosca e che avrei potuto raccontare tutta la verità in tribunale, ma il giudice non mi ha dato neppure la possibilità di parlare", ha aggiunto. "

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