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Omiai: che cos’è e come funziona il metodo giapponese per trovare l’amore

Un’antica usanza che aiuta adulti single a trovare la propria metà: nella città di Osaka, in Giappone, un gruppo di genitori si è riunito per far si che i propri figli possano conoscersi e sposarsi e combattere la crisi dei matrimoni nel Paese asiatico.
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Trovare la propria anima gemella, si sa, non è così facile e non sempre si ha fortuna al primo colpo. C'è chi si affida al destino e spera ancora di incontrare un partner tra i tavoli di un bar, al cinema, a lavoro o in discoteca. Chi ripone tutte le speranze in un App sul cellulare e chi è così preso dalla routine quotidiana che si rifiuta di impiegare energie.

Ciò che accade in Giappone è davvero innovativo: sono i genitori a cercare il/la compagno/a ideale per i propri figli. Ad Osaka vanno forti le sessioni di "omiai", veri e propri incontri organizzati ad hoc per trovare l'amore. Per molti, possono sembrare normali eventi di speed-dating, ma in realtà sono molto di più, come ha raccontato la CNN.

Come funziona l'incontro

Un gruppo di sessanta uomini e donne si danno appuntamento nella sala conferenze della Camera di Commercio di Sakai, nella prefettura di Osaka, e valutano i potenziali incontri. D'altronde la parola giapponese "omiai" vuol dire proprio "guardarsi reciprocamente" ed è ciò che accade tra le mura di quella sala.

I partecipanti parlano dei propri hobby preferiti, di film, ristoranti, ma anche di loro stessi. Parlano dei figli adulti ma ancora single e che sperano di vedere presto sposati. C'è chi mostra fotografie, chi racconta vecchie relazioni andate male o chi spiega le ragioni per cui sono ancora soli.

L'evento è organizzato dall'agenzia di incontri Association of Parents of Marriage Proposal Information e per poter partecipare ciascun genitore deve pagare 14.000 yen (quasi 90 Euro). L'agenzia stima che circa il 10% di coloro che riesce a far incontrare, poi, si sposano.

Ma perché i figli ricorrono all'aiuto dei genitori? Oggigiorno, con l'aumento del costo della vita e le scarse prospettive economiche, sempre meno giapponesi scelgono di sposarsi e avere figli. Da qui cresce la preoccupazione dei genitori, i quali preferiscono intervenire personalmente, pur di non vedere svanita la possibilità di diventare nonni.

La situazione giapponese

Oggi in Giappone ci sono sempre meno matrimoni, meno nascite e meno persone. Nel 2021, il numero di matrimoni registrati è sceso a 501.116, il numero più basso dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, appena la metà di quello registrato negli anni Settanta. E quando le persone si sposano, lo fanno in fasi più avanzate della vita, lasciando sempre meno tempo per fare figli.

Nel 2021 l'età media per sposarsi era di 34 anni per gli uomini e di 31 per le donne. Tutto ciò rappresenta un vero e proprio problema per il governo giapponese che, in qualche modo, deve finanziare l'assistenza sanitaria e le pensioni di una popolazione che invecchia velocemente con un numero sempre più basso di giovani contribuenti. All'inizio di quest'anno, il Primo Ministro Fumio Kishida ha presentato un piano da svariati miliardi di yen volto a incrementare il tasso di natalità. Tra gli incentivi offerti: un assegno mensile di 15.000 yen (circa 95 Euro) per ogni figlio avuto fino a due anni e di 10.000 yen (64 Euro) per quelli da tre in su.

La crisi dei matrimoni

Ma cosa spinge maggiormente le persone a non sposarsi? La causa principale è sicuramente da ricondurre al fatto che i giovani giapponesi hanno dovuto affrontare scarse prospettive di lavoro e salari bassi fin dagli anni '90. Secondo l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la retribuzione media annua in Giappone è aumentata solo del 5% dal 1991 al 2021, rispetto a un aumento del 34% in altre economie del G7 come Francia e Germania. Come sostengono diversi sociologi, ciò ha indebolito la loro capacità economica di andare incontro a spese matrimoniali.

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