Ombre sull’elezione di Nieto in Messico: il movimento “Yo soy 132” accende la piazza
Mentre la guerra del narcotraffico messicano segna ventidue morti in un solo giorno, esplode il caso politico riguardo le elezioni del primo luglio. Il candidato del Partito Rivoluzionario Istituzionale, Enrique Peña Nieto (autoritario ex governatore dello Stato del Messico che si avvale dello smaccato appoggio dei maggiori network televisivi) è stato eletto presidente con il 37% dei voti, ma sono in molti a denunciare brogli e pratiche illecite. Ad oltre dieci giorni dalla (presunta) vittoria del giovane e spregiudicato Nieto, non si placano le polemiche in terra messicana. Il PRI (partito che, a dispetto del nome, riunisce il centrismo-liberal-moderato, pur facendo formalmente parte nell'internazionale socialista) ha governato il paese per 71 anni ininterrotti prima di perdere il potere nel 2000, ed ha governato in un regime di corruzione così radicato da essere diventato prassi. Le intime connessioni tra alcuni membri del PRI e il narcotraffico sono più che conclamate, eppure il Partito Rivoluzionario Istituzionale non si è mai rassegnato a rimanere nell'ombra dell'opposizione e – dopo una rapida ripulita volta a cancellare dai quadri dirigenziali i nomi più collusi e impresentabili – eccolo pronto a presentare un candidato forte, vincente. Dopo dodici anni in cui il Partito di Azione Nazionale (liberal-conservatore) si è sostituito al PRI alla guida del paese senza produrre sostanziali miglioramenti della qualità della vita, il Partito Rivoluzionario Istituzionale torna al potere, ma lo fa tra le polemiche. Il leader del Partito della Rivoluzione Democratica – organizzazione socialdemocratica che si pone alla sinistra del PRI – Andrés Manuel López Obrador (alias AMLO) chiede l'annullamento del voto, altrettanto chiede la piazza, per lo più formata dagli studenti del movimento "Yo soy 132".
La piazza: chi sono i membri del movimento "Yo soy 132"?– Sulla scia dei movimenti europei, statunitensi e – soprattutto – della primavera araba, nasce il movimento studentesco messicano "Yo soy 132", unica esperienza di contestazione radicale nel centro-sud America (eccezion fatta per il movimento studentesco cileno) che ricalca negli intenti e nelle pratiche le esperienze che stanno animando buona parte del pianeta. Il movimento nasce e si fortifica nel corso di questa stessa competizione elettorale, in aperta e accesa contestazione al candidato del PRI, Nieto, ma anche in opposizione alle influenze degli USA nella politica interna messicana. Il Messico – negli ultimi anni – è stato spinto verso il liberismo selvaggio e l'unica soluzione individuata per lottare contro il narcotraffico è stata la militarizzazione del paese. Il risultato è stato un'escalation di violenza, morte, corruzione. Ma è soprattutto Nieto la besta nera del movimento "Yo soy 132" e, anzi, si potrebbe dire che è stato proprio il leader del PRI ad offrire – involontariamente – l'assist necessario affinché i malumori studenteschi si compattassero in un movimento di contestazione. Tutto è cominciato lo scorso 11 maggio durante un comizio che Enrique Peña Nieto ha tenuto all'Università Iberoamericana di Città del Messico. Nel corso dell'incontro, Nieto venne duramente contestato da un nutrito gruppo di studenti che gli chiedeva di andarsene, tacciandolo di autoritarismo e ritenendolo indegno di rappresentare il paese. Quella sera stessa Televisa, uno dei due principali network nazionali, nel raccontare l'intervento di Nieto all'Università parlò di grande successo e aggiunse che la calorosa accoglienza riservata a Nieto non era stata rovinata dall'infiltrazione di un manipolo di persone – pagate dallo sfidante Andres Manuel Lopez Obrador del Partito della Rivoluzione Democratica – che ha tentato di disturbare l'incontro. Nel giro di pochissime ore, tutti i giornali e le tv riportano la notizia del comizio e della contestazione seguendo il medesimo schema; gli studenti vanno su tutte le furie. Decidono allora di organizzarsi, di compattarsi e ritrovarsi tramite i social network. Realizzano un filmato in cui compaiono esibendo il tesserino universitario; a dimostrazione che non si è trattato di infiltrati, ma di studenti regolarmente iscritti all’Università nella quale Nieto ha tenuto il comizio. Dimostrano, inoltre, di non essere affatto pochi: 131 sono gli studenti che si autoidentificano, ma affermano di essere molti di più. Dal giorno seguente, moltissime le adesioni al movimento, e ogni aderente si identificava sostenendo "yo soy 132", ovvero, "io sono il 132".
Le accuse rivolte a Nieto – Le accuse sono molteplici, ma i principali fatti contestati al leader del PRI limitatamente alla competizione elettorale sono la compravendita dei voti (l'accusa è di averne "acquistati" circa un milione tramite regalie varie, tra cui alcune carte di credito prepagate che sono state consegnate alle famiglie meno abbienti) e la monopolizzazione dei principali mezzi di informazione. Per il momento, Obrador – che già nell'elezione del 2006 si candidò perdendo di un'incollatura e chiese, senza ottenerlo, il riconteggio delle schede – è riuscito ad ottenere che oltre il 50% delle schede venisse ricontato. I risultati sono attesi per sabato, ma difficilmente modificheranno la situazione. Infatti, se l'accusa è quella di aver comprato il voto e influenzato il giudizio degli elettori attraverso pratiche al limite dell'illecito non sarà certo il riconteggio a risolvere la questione. Tanto più che la distanza tra i due principali contendenti è di circa sei punti percentuali, il che significa che l'unica soluzione per destituire Nieto è l'annullamento della contesta elettorale, come chiede la piazza.