video suggerito
video suggerito

Olocausto, condannato a quattro anni il “contabile” di Auschwitz, Oskar Groening

Le accuse nei suoi confronti si riferiscono al periodo compreso tra maggio e luglio 1944, quando centinaia di migliaia di ebrei furono deportati nel complesso di Auschwitz-Birkenau, e 300 mila finirono nelle camere a gas. Oskar Groening, 94 anni, gestiva i bagagli e i loro beni.
A cura di Biagio Chiariello
7 CONDIVISIONI
Immagine

“Complicità nell'assassinio di 300.000″ ebrei che furono mandati nelle camere a gas. Con quest’accusa, l'ex ufficiale delle Ss Oskar Groening, soprannominato il "contabile di Auschwitz", è stata condannato a quattro anni di carcere. Il 94enne ha assistito impassibile alla lettura della sentenza, dopo che  ieri si era detto ancora una volta "profondamente dispiaciuto" per quanto accaduto nel lager nazista di Auschwitz-Birkenau e per il suo ruolo nella terrificante vicenda. Nello specifico, Groening si occupa di gestire lo smistamento dei bagagli e degli averi dei deportati che arrivavano nel campo di concentramento.

Addirittura i 4 anni di condanna, superano anche la richiesta del pubblico ministero, che per l’ex nazista puntava a tre anni e mezzo, con un condono di 22 mesi per precedenti mancanze della giustizia tedesca. Goering aveva comunque ammesso il suo ruolo nel campo di Auschwitz, assumendosi la responsabilità morale delle sue azioni. Alla domanda sul perché si è macchiato indirettamente di quei crimini, ha replicato:  "Erano nemici del popolo tedesco", ha detto nel corso delle udienze, e le SS ritenevano quindi "ragionevole" eliminarli. Durante le deposizioni, il 94enne ha ricordato anche un drammatico episodio di quegli anni: una mamma ebrea cercò di nascondere il proprio figlio in una valigia, sperando di farlo sfuggire alla selezione, ma un soldato se ne accorse e gettò più volte contro un camion dell'immondizia finché non dette più segni di vita. "Questo mi fermò il cuore – ha ricordato – e andai dall'uomo dicendogli ‘cosi' proprio non va".

 Numerosi i sopravvissuti che hanno testimoniato contro di lui. Una di queste vittime, l'81enne Eva Kor, con un gesto che è certamente il simbolo di tutto il procedimento giudiziario, aveva dato la mano in segno di riconciliazione a Groening: "Ma il mio perdono non lo assolve", aveva aggiunto. Non è chiaro comunque dove il "contabile di Auschwitz" sconterà la pena, se in un istituto penitenziario, di cura o ai domiciliari.

7 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views