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Olimpiadi Parigi 2024

Olimpiadi di Parigi 2024: in Russia disinformazione, fake news e niente Giochi in tv

Falsi documentari e falsi scoop per denigrare Parigi 2024: il Cremlino militarizza gli eventi sportivi. Niente Giochi in tivù. Solo 15 atleti in gara, come indipendenti senza inno né bandiere. Il Paese di Putin è isolato. E dai giorni quasi felici dei Mondiali 2018 sembra passato un secolo.
A cura di Riccardo Amati
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L’auspicio di una “tregua olimpica” espresso da papa Francesco cozza contro un muro di odio che dal conflitto militare si estende allo sport. Tra il Cremlino e il Comitato olimpico internazionale (Cio) è in atto una guerra ibrida senza esclusione di colpi. Ha radici negli scandali del doping che negli scorsi anni hanno coinvolto Mosca. Si è inasprita con l’invasione dell’Ucraina. Alla vigilia dei Giochi di Parigi, lo scontro è totale.

La militarizzazione di ogni cosa

“La Russia sta intensificando la sua campagna di disinformazione e calunnie contro la Francia, il Cio e i Giochi di Parigi”, ha detto il direttore generale del Centro Microsoft per l’analisi delle minacce informatiche, Clint Watts, presentando online un rapporto speciale dell’intelligence anti-frode del gigante tecnologico. “Due gruppi, denominati Storm-1679 e Storm-1099, da almeno un anno si dedicano a denigrare la reputazione del Cio e a creare aspettative di violenza durante le Olimpiadi”. Utilizzano vecchie tattiche e strumenti nuovissimi, come l’intelligenza artificiale.

Tra le altre diavolerie, questi maghi della “dezinformatsiya” hanno realizzato un lungometraggio dal titolo “Le Olimpiadi sono cadute”, utilizzando proprio l’intelligenza artificiale per impersonare la star di Hollywood Tom Cruise. Si tratta di un falso documentario presentato dopo una massiccia campagna di marketing su una falsa ma verosimile piattaforma “Netflix”, con falsi endorsement dei maggiori media occidentali. Vi si denigrano i vertici del Cio.

Una pubblicità del docu-film “La caduta delle Olimpiadi”, prodotto dagli agenti russi di Storm-1679 per denigrare i Giochi usando un falso Tom Cruise generato dall’intelligenza artificiale.
Una pubblicità del docu-film “La caduta delle Olimpiadi”, prodotto dagli agenti russi di Storm-1679 per denigrare i Giochi usando un falso Tom Cruise generato dall’intelligenza artificiale.

Gli agenti russi hanno prodotto anche un falso servizio giornalistico di Euronews in cui si rivela che i parigini fanno la fila per comprare polizze assicurative in vista di attentati terroristici. In un altro falso segmento di news, la rete televisiva France 24 riporta che il 24% dei biglietti venduti sono stati restituiti per la paura del terrorismo. Ciliegina sulla torta: un falso comunicato stampa in video della Cia e del Dgsi — il servizio segreto francese — in cui si avverte di starsene lontani dagli eventi di Parigi 2024 perché saranno funestati da bombe e quant’altro.

Sono le stesse armi ibride sfoderate dal Cremlino per promuovere internazionalmente la sua narrativa sulla guerra in Ucraina. Inventando una realtà parallela con film confezionati ad hoc diffusi da utili idioti in campagne propagandistiche all’estero, e con falsi scoop giornalistici che attirano i creduloni del web. È toccato anche alle Olimpiadi. L’esperto di intelligence russa Mark Galeotti l’ha definita “weaponization of everything”, la militarizzazione di ogni cosa.

Un falso comunicato stampa sul rischio terrorismo a Parigi 2024 e un falso servizio televisivo di France 24 in cui si dice che la gente sta restituendo i biglietti per le gare olimpiche. Entrambi prodotti dagli agenti russi di Storm-1679.
Un falso comunicato stampa sul rischio terrorismo a Parigi 2024 e un falso servizio televisivo di France 24 in cui si dice che la gente sta restituendo i biglietti per le gare olimpiche. Entrambi prodotti dagli agenti russi di Storm-1679.

Russia senza Olimpiadi

“Ce lo aspettavamo, non è la prima volta che siamo oggetto di disinformazione”, ha commentato in una conferenza stampa il portavoce del Cio, Mark Adams. “Dovremo abituarci, fa parte di questo mondo diviso”.

Per la prima volta in 40 anni, nessuna rete televisiva russa trasmetterà la manifestazione, ha intanto rivelato Sports.ru citando persone informate sui fatti. Le autorità non hanno smentito né confermato. “È una decisione politica presa da tempo”, secondo la testata online.

“Impensabile, nella situazione attuale, mandare in onda le Olimpiadi senza le nostre bandiere e il nostro inno nazionale, proibiti dal Cio”.

Per “situazione attuale”, si intendono la ”operazione militare speciale” in Ucraina e il più ampio conflitto contro quello che il Cremlino definisce “Occidente collettivo”. E di cui ritiene il Cio parte integrante.

Anche nel 1984 la Russia non trasmise le Olimpiadi. Boicottò i Giochi di Los Angeles dopo che gli Usa avevano fatto lo stesso con quelli di Mosca quattro anni prima. Il Paese si chiamava ancora Urss. A scatenare la baruffa sportiva, anche allora fu un’invasione decisa al Cremlino: quella dell’Afghanistan.

I diritti televisivi su Parigi 2024 sono in capo a Telesport, joint venture tra il gruppo Nmg della ex ginnasta Alina Kabaeva e la banca statale Sberbank. Kabaeva è la madre degli ultimi tre figli di Vladimir Putin, secondo le inchieste di diversi media, fra cui Proekt.

È davvero poco credibile che la decisione di non trasmettere sia dovuta a motivi commerciali e non politici. È vero che di atleti russi a Parigi se ne vedranno pochi. Ma l’audience ci sarebbe stata. Su VKontakte, versione locale di Facebook, ci sono già gruppi che promettono dirette pirata. Stanno raccogliendo like e iscrizioni.

Olimpiadi senza Russia

L’organizzazione dei Giochi ha bandito i concorrenti della Russia e della Bielorussia che “sostengano attivamente” l’invasione dell’Ucraina o abbiano fatto parte delle forze armate russe. Il Comitato olimpico di Mosca ha compensato profumatamente ben 245 atleti esclusi. Diverse decine di altri, però, il Cio li ha invitati a partecipare. Come individui indipendenti, e con insegne neutrali.

Solo 15 russi e 17 bielorussi hanno accettato, finora. L’ufficio stampa olimpico sottolinea come le cifre potrebbero essere riviste al ribasso. Alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 parteciparono 330 russi e 104 bielorussi. Gli atleti di Putin portarono a casa 71 medaglie.

Per protesta contro i limiti imposti dal Cio, la federazione russa di judo e  quella di lotta, che contavano molti atleti ammessi a Parigi, hanno espresso il loro “niet” in blocco.

Eppure, fino a vent’anni fa la Russia aveva un ruolo di spicco nel movimento olimpico. Mosca era tra i maggiori finanziatori del Cio. Nel 2014 Putin ospitò il mondo per i Giochi invernali di Sochi. Per organizzarli spese decine di miliardi di dollari, arricchendo oltremodo Arkady Rotenberg e altri vecchi amici a suon di commesse. Voleva mostrare i progressi fatti dal suo Paese dopo la fine dell’Unione Sovietica. Più o meno ci riuscì.

Dopo Sochi, però, alcune inchieste giornalistiche scoprirono del marcio: un sistema di doping radicato e diffuso che coinvolgeva i massimi livelli istituzionali dello sport russo e oltre 1000 atleti.

Nel 2017, la Russia fu sospesa dal Cio. Alle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino, un’altra tegola: la star del pattinaggio artistico Kamila Valieva viene trovata positiva al doping.

Tregua olimpica? Non scherziamo

L’astio di Mosca precedeva l’invasione dell’Ucraina. A causa della guerra ha raggiunto il culmine. Lo scorso anno, il Cio ha bandito il Comitato olimpico russo (Roc) da ogni manifestazione sportiva internazionale. Motivo: il Roc aveva inglobato i club sportivi delle quattro regioni parzialmente invase e illegalmente annesse in Ucraina.

Nel villaggio degli atleti di Parigi 2024 c’è il “Murales della tregua olimpica”, come in ogni Olimpiade dopo i Giochi invernali del 2006 a Torino. Pierre De Coubertin, quando 130 anni fa riportò in vita le Olimpiadi, le definì come un modo per promuovere la pace nel mondo. Molto prima che parlasse il Papa, l’assemblea dell’Onu ha approvato una risoluzione per chiedere una tregua che inizi sette giorni prima e finisca sette giorni dopo i Giochi di Parigi.

Oggi anche i Giochi e gli atleti vengono usati per gettar benzina sul fuoco. Gli antichi greci le guerre le facevano eccome. Ma almeno non le mescolavano con lo sport, che consideravano sacro. Più importante della guerra. Erano migliori di noi.

Quella Russia felice dei Mondiali

La situazione di isolamento in cui il leader del Cremlino ha costretto il suo Paese pesa su tutto lo sport russo. Dopo la sospensione dall’Uefa seguita all’invasione dell’Ucraina, la nazionale di calcio ha giocato sei partite nel 2023 e solo due quest’anno. Tutte amichevoli. Gli avversari: Iraq, Qatar, Kenya, Cuba, Cameroon, Serbia e Bielorussia.

Il maggior evento calcistico recente è stata una doppia amichevole tra nazionali femminili contro la Corea del Nord. Uno scontro fra paria. Con tutto il rispetto per le coreane, che oltretutto sono tra le migliori del mondo nel calcio femminile: decimo posto nella classifica Fifa.

Nel 2018 la Russia organizzò i Mondiali. La sua nazionale si comportò bene. Perse nei quarti di finale ai rigori contro la Croazia, dopo aver eliminato la Spagna. Risultati sportivi a parte, molti degli oltre 700mila visitatori arrivati per godersi lo spettacolo tornarono a casa con un’ottima impressione della Russia: bene organizzata, aperta e accogliente.

I poliziotti furono “gentili ed educati con tutti”, riconobbe allora l’attivista per i diritti umani Svetlana Gannushkina. “Mi mancherà il clima cosmopolita e di apertura che c’è stato in queste settimane, la rilassatezza con cui ci siamo mischiati con la gente di tanti Paesi per festeggiare uno sport”, ci disse uno spettatore durante la finale Francia-Croazia allo stadio Luzhniki, dove oggi Putin fa le adunate a sostegno della sua guerra.

Per sfatare il luogo comune secondo cui i russi sono musoni, per le hostess e gli addetti al pubblico di Russia 2018 furono organizzati surreali corsi di sorriso. Ma non ce n’era bisogno. L’allegria era dappertutto, in quei giorni. Grazie allo sport.

Sulla Nikolskaya, la strada pedonale della capitale fra la Lubyanka e la Piazza Rossa, tifosi di ogni dove facevano festa insieme ai moscoviti. Sembrava una Russia felice. Fu forse l’ultima volta in cui tutti sperammo che stesse diventando un Paese normale.

Nonostante Putin, nonostante le tragedie della Storia, nonostante tutto. Succedeva sei anni fa. Sembra passato un secolo.

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Giornalista e broadcaster. Corrispondente da Mosca a mezzo servizio (L'Espresso, Lettera 43 e altri - prima di Fanpage). Quindici anni tra Londra e New York con Bloomberg News e Bloomberg Tv, che mi inviano a una serie infinita di G8, Consigli europei e Opec meeting, e mi fanno dirigere il servizio italiano. Da giovane studio la politica internazionale, poi mi occupo di mostri e della peggio nera per tivù e quotidiani locali toscani, mi auto-invio nella Bosnia in guerra e durante un periodo faccio un po' di tutto per l'Ansa di Firenze. Grande chitarrista jazz incompreso.
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