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Guerra in Ucraina

Olga Misyk, la “ragazza della Costituzione” a Fanpage.it: “Putin perda la sua guerra e se ne vada”

In libertà vigilata, la “ragazza della costituzione” continua la sua resistenza al regime. “Vorrei una Russia dove si possa vivere e non solo sopravvivere”. “Il mio sogno? Vedere Alexey Navalny al Cremlino”.
A cura di Redazione
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Questo articolo non è firmato a tutela del nostro inviato a Mosca, dopo l'approvazione di leggi contro la libertà di stampa in Russia

MOSCA. Vorrebbe una Russia “felice”, con Navalny come presidente. E che Putin perda questa sua guerra e poi “in un modo o nell’altro” sparisca. Alla svelta. Perché ha già rovinato troppe vite. Olga Misyk è inaspettatamente timida ma le sue parole sono forti e una simpatica balbuzie non le rende meno sicure.

Olga è la “ragazzina della costituzione”: nel luglio del 2019, durante una manifestazione per la trasparenza nelle elezioni amministrative a Mosca, si sedette a gambe incrociate davanti agli agenti antisommossa del reparto Omon, bardati come marziani, a leggere l’articolo 31 della legge fondamentale russa, che prevede la libertà di riunirsi pacificamente e manifestare, e somiglia parecchio all’articolo 17 della nostra. Olga lesse anche gli articoli che prevedono la libertà di parola e il diritto di ogni cittadino di partecipare alle elezioni. Aveva 17 anni. Le foto fecero subito il giro del mondo. Qualcuno le paragonò alle immagini dell’uomo davanti al carro armato durante la rivolta di Tienanmen.

A dimostrazione di quanto sia disattesa la costituzione russa, quel giorno Olga fu fermata e detenuta, insieme ad altre 1.000 persone. Ha poi partecipato ad altre dimostrazioni di protesta. È stata di nuovo fermata e imprigionata. Più volte. I poliziotti la prendono di mira, le stanno addosso, la tormentano – ci hanno confermato attivisti che sono stati con lei in piazza. All’ultimo arresto è seguita, nel maggio 2021 una condanna penale a oltre due anni di  “restrizione della libertà”: obbligo di residenza e divieto di uscire di casa la sera. Il reato, “atti vandalici”. Per aver, insieme ad altre due persone, affisso un manifesto (subito rimosso dalle guardie) e fatto cadere gocce di vernice (lavabile) sulla garitta all’entrata della Procura generale di Mosca. Olga, nata e cresciuta in un sobborgo della capitale, oggi ha vent’anni, vive con la famiglia e studia giornalismo all’Università statale Lomonosov. Fin dal liceo, è sempre stata una studentessa da dieci e lode.

La incontriamo sulla Bolshaya Polyanka, davanti alle cupole a cipolla della chiesa di San Gregorio. Preferisce parlare all’aperto. Troppe orecchie, nei caffè. È nervosa mentre cerchiamo un luogo tranquillo per registrare l’intervista. Quando ride, però, i nervi si sciolgono e sembra una bambina. Giriamo alla larga dagli agenti davanti a un posto di polizia. Mica potrebbe rilasciarne, Olga, di interviste.

Com’è la vita in liberà vigilata,  cosa puoi fare e cosa non puoi fare?

Nel complesso non è così male come poteva sembrare. Da qualsiasi situazione, compresa la libertà vigilata, si può tirar fuori qualcosa di positivo. Che faccio? Molto volontariato sociale, cerco di essere utile. E poi scrivo, lavoro su me stessa, sul mio sviluppo intellettuale. Ma non posso partecipare ad azioni di protesta né a qualsiasi manifestazione o evento. E mi sento davvero repressa perché non posso nemmeno lasciare la città, né uscire di casa a determinate ore. Non posso viaggiare all'estero, anche se sono spesso invitata, e ogni volta è triste rifiutare. E poi mia madre ha il cancro, e vorremmo portarla in Europa per le cure, ma non posso muovermi e non posso portarla. È davvero triste.

Quindi non sei più in grado di fare un’ opposizione attiva. 

Invece – anche se non posso manifestare – sono coinvolta più di prima, nell’opposizione a questo regime. Che mi ha portato via tutto. E come a me a tante altre persone. Nessuno oggi ha la possibilità di vivere normalmente pensando ai fatti suoi e lasciando perdere la politica. Nessuno può più farlo. Ormai la vita di ogni persona in Russia è strettamente intrecciata con gli eventi politici, che ci se ne renda conto o no. La politica ha toccato tutti, è semplicemente impossibile ignorarla. Quindi è proprio adesso il momento per alzare il livello dello scontro, e fare un’opposizione sempre più ferma.

Tu come lo definisci, questo regime?

È un sistema di potere autoritario e fascista. E non ha nemmeno un’ ideologia a sorreggerlo. È un regime senza idee. È solo criminale e corrotto. È molto importante considerare insieme tutti questi aspetti.

Ma perché allora i russi non si ribellano in massa contro l’”operazione militare speciale” in Ucraina e contro il Cremlino?

I russi non si ribellano alla guerra e non protestano in massa perché per molti anni sono stati repressi, torturati e addomesticati all’obbedienza. Quello che sta succedendo è il risultato di anni di repressione e persecuzione politica. Purtroppo, nel corso del tempo, le dimostrazioni di piazza sono diventate sempre più impraticabili. È ormai impossibile organizzarle e parteciparvi.

Come andrà a finire? Pensi che Putin resterà al potere ancora a lungo? Putin  per sempre?

Spero che Putin non riesca a sopravvivere, in nessun senso della parola, fino alla fine di quest'anno. Spero che Putin perda questa sanguinosa guerra che ha inventato. Ma non voglio fare previsioni e costruire false speranze, perché la situazione è troppo imprevedibile. Spero solo che da tutto questo esca un quadro più favorevole per il popolo russo.

Non hai paura di parlare di queste cose in pubblico? Le leggi sono sempre più severe, riguardo ai commenti sulla guerra e sulla politica del Cremlino 

Certo che ho paura. Ho sempre paura. Ma ciò non significa che smetterò di parlarne.

Hai mai pensato a lasciare la Russia, come stanno facendo in molti in questi giorni? 

L’ho pensato molto spesso, e mi capita di pensarlo ancora. Ma ogni volta poi capisco che no, non me ne andrò in nessun posto. Preferisco lasciare che sia Putin ad andarsene.

Che tipo di Russia vorresti?

Vorrei una Russia felice.

E quale sarebbe, una Russia felice?

Un Paese dove la gente possa pensare alla vita, e non solo a come sopravvivere.

E il tuo sogno? 

(Olga ci pensa un attimo) Eccolo, il mio sogno: è il 31 dicembre, su tutte le televisioni, a reti unificate, c’è il tradizionale discorso alla nazione del presidente della Federazione Russa. E il presidente è Alexey Navalny (Navalny è stato appena condannato ad altri nove anni di prigione in un processo che i critici del Cremlino ritengono motivato solo dal voler tenere il nemico numero uno di Putin in galera il più a lungo possibile, ndr).

Che piani hai per il futuro?

Io in generale non faccio piani per il futuro. Tutti i miei pensieri ultimamente sono volti alla sopravvivenza, appunto. Quindi, mi muovo a seconda della situazione.

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