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Guerra in Ucraina

Oleg Orlov, il Nobel per la Pace condannato a 2 anni e 6 mesi di colonia penale per aver criticato Putin

Il dissidente russo Oleg Orlov è stato condannato a due anni e sei mesi di carcere per aver criticato l’esercito russo, la guerra in Ucraina e il presidente Putin in particolare con l’articolo scritto a novembre 2022: “Volevano il fascismo. L’hanno ottenuto”.
A cura di Biagio Chiariello
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Ha criticato la guerra in Ucraina e ha accusato il presidente russo Vladimir Putin di aver portato il Paese nel fascismo. Per questo motivo Oleg Orlov, co presidente del Centro per i diritti umani Memorial e premio nobel per la Pace, è stato condannato a due anni e sei mesi di colonia penale: discredito reiterato delle forze militari russe con l'aggravante dell'odio verso i valori tradizionali, l'accusa alla quale era chiamato a rispondere lo storico 70enne.

"Il verdetto ha dimostrato che il mio articolo era accurato e vero", ha dichiarato l'attivista, mentre veniva portato via in manette dopo la sentenza. L'articolo al quale fa riferimento è "Volevano il fascismo. L'hanno ottenuto": firmato nel novembre del 2022 per Mediapart, argomenta l'esistenza di un regime totalitario e fascista, appunto, in Russia.

Orlov è leader insieme ad Aleksandr Cherkasov del gruppo Memorial che ha vinto il Nobel nel 2022; l'associazione, fondata nel 1989, ha sempre difeso la libertà di parola e dimostrato le violazioni dei diritti umani dagli anni del poter del leader sovietico Josef Stalin e fino ad oggi. Per il suo impegno nel 2009 aveva già ricevuto anche il Premio Sakharov.

"La sentenza contro Oleg Orlov è un tentativo di soffocare la voce del movimento per i diritti umani in Russia e qualsiasi critica allo Stato. Ma noi continueremo il nostro lavoro", ha scritto l'associazione in una nota.

Nella sua dichiarazione conclusiva al tribunale Golovinsky di Mosca, Orlov ha denunciato ancora una volta Putin. “Non ho rimorsi e non mi pento di nulla”, ha detto. Rivolgendosi a “coloro che ora fanno avanzare il rullo compressore della repressione con il loro lavoro, come funzionari governativi, funzionari delle forze dell’ordine, giudici, pubblici ministeri”, il 70enne si è chiesto se non fossero “spaventati loro stessi” di “ciò in cui si sta trasformando il nostro Paese, che probabilmente anche voi amate”, sottolineando “questa assurdità, in questa distopia”.

C'è da dire che Orlov era già stato condannato in primo grado a pagare una multa, pena che in appello si è trasformata in detenzione, dopo il ricorso dell’accusa.

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