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Ogni terrorista ucciso 28 vittime civili: il bilancio della guerra coi droni USA

Un dossier redatto da una ONG britannica rivela: “Su 41 leader di formazioni terroristiche eliminati i droni statunitensi hanno ucciso 1.147 persone innocenti”.
A cura di Davide Falcioni
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Omicidi mirati. Così li chiamano gli alti funzionari del Pentagono: sono quelli commessi dai droni statunitensi negli attacchi in Pakistan e Yemen a "caccia" di terroristi di Al Quaeda. Tuttavia, secondo i dati raccolti dall'Ong britannica Reprieve, se di omicidi mirati si tratta i cecchini peccano non poco in precisione. Per ogni "terrorista" ucciso, infatti, le vittime civili sono state ben 28. Il dossier mette seriamente in imbarazzo l'amministrazione Obama: su 41 leader di formazioni terroristiche eliminati i droni hanno ucciso 1.147 persone innocenti. Il tutto in 10 anni di "covert war drone". "Gli attacchi dei droni – sostiene la responsabile del report Jennifer Gibson – erano stati presentati ai cittadini americani come raid di estrema precisione. Ma non c'è nulla di preciso in chi provoca la morte di 28 innocenti per stanare e uccidere un terrorista".

Quando John Kerry diceva: "Le uniche vittime sono i terroristi"

Gli Stati Uniti, nel corso dell'ultimo decennio, hanno sempre sostenuto che le operazioni con i droni in Yemen e Pakistan erano mirate e non si trattava di guerre. "Le uniche persone uccise agli aerei senza pilota sono quelle che identifichiamo dopo un lungo lavoro di verifica. Non è sufficiente sospettare che sia un terrorista: deve esserlo veramente", diceva il segretario di Stato Usa John Herry in un'intervista alla BBC nel 2013. Eppure le statistiche parlano da sole e raccontano una realtà ben diversa: occorrono decine, talvolta centinaia di vite umane per eliminare un solo leader di Al Quaeda.

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Pakistan: 24 colpire 24 terroristi uccisi 874 civili (142 dei quali bambini)

Per esempio in Pakistan i droni statunitensi hanno ucciso 24 terroristi. Eppure i raid hanno provocato "danni collaterali" impressionanti: 874 civili, tra i quali 142 bambini, sono morti sotto le bombe. Emblematico il caso Qari Hussain, capo talebano da anni nel mirino del Pentagono: per eliminarlo sono stati necessari sei tentativi che hanno provocato il decesso di 128 innocenti. Situazione simile in Yemen: per uccidere 17 terroristi sono stati dilaniati dai missili 273 civili.

Tutti le operazioni autorizzate da CIA o Joint Special Operations Command sono condotte in strettissimo riserbo. Tutte le informazioni raccolte dalle Ong in questi anni provengono da fonti anonime, funzionari che evidentemente non condividono la linea della "segretezza" imposta dal Pentagono nel corso di un decennio. Eppure i dati diffusi da Reprive e riportati su molto tra i più prestigiosi quotidiani del mondo imporrebbero al governo americano una maggiore trasparenza: "Obama – sostiene Jennifer Gibson al Guardian – deve dare conto al popolo statunitense dei costi umani del programma di covert war". Sarebbe un dovere, per un uomo che si fregia di essere premio Nobel per la Pace.

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