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Conflitto Israelo-Palestinese

Oggi voto Onu su cessate il fuoco a Gaza, Netanyahu: “Manterremo il controllo su Striscia e Cisgiordania”

È previsto per oggi, martedì 20 febbraio, il voto del Consiglio di Sicurezza Onu sul cessate il fuoco a Gaza, ma la risoluzione è minacciata da un nuovo veto degli Usa. Netanyahu ha fatto sapere che l’operazione a Rafah “si farà a prescindere dagli accordi”. “Manterremo il controllo della sicurezza di Gaza e Cisgiordania”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Continuano i bombardamenti di Israele sulla Striscia di Gaza nonostante l'avvicinarsi del mese di Ramadan, sacro per i civili musulmani. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di essere pronto a portare avanti i bombardamenti anche durante il mese sacro, "proseguendo senza un giorno di cessate il fuoco fino a quando non saranno liberati tutti gli ostaggi".

Israele ha deciso di chiudere anche l'accesso alla Spianata delle Moschee per i civili che vorranno pregare. "Abbiamo preso una decisione equilibrata" ha affermato Netanyahu per rispondere alle polemiche sulla violazione della libertà di culto. "Pregare sarà consentito nei limiti delle esigenze di sicurezza"ha asserito nonostante il blocco disposto.

La chiusura della Spianata delle Moschee, spiega invece Hamas, promuove "la criminalità sionista e la guerra religiosa condotta dai coloni estremisti del governo di occupazione terroristica contro il popolo palestinese".

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Oggi il voto sul cessate il fuoco a Gaza

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite voterà un nuovo testo che chiede il cessate il fuoco immediato a Gaza. La risoluzione è minacciata da un nuovo veto degli Stati Uniti, alleato israeliano. Si tratterebbe del terzo veto posto dagli Usa in seguito al 7 ottobre. La bozza di risoluzione preparata dall'Algeria chiederebbe un immediato cessate il fuoco umanitario che deve essere rispettato da tutte le parti e si oppone allo sfollamento forzato della popolazione civile palestinese. 

Netanyahu ha parlato di una presunta evacuazione dei vicili prima di un'offensiva di terra a Rafah, ma attualmente nel centro al confine con l'Egitto si trovano 1,5 milioni di persone scampate ai bombardamenti sul nord della Striscia di Gaza, ormai distrutto.

La votazione sul testo per il cessate il fuoco è prevista per le 10:00, ora locale. Come i testi precedenti criticati da Israele e dagli Stati Uniti, non condanna l'attacco del 7 ottobre che ha provocato più di 1.160 decessi secondo i dati di Tel Aviv.

foto da archivio
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Il consigliere di Biden in Israele ed Egitto

Nonostante i tentativi del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di discutere un cessate il fuoco, questa settimana il principale consigliere del presidente Usa Joe Biden per il Medio Oriente, Brett McGurk, sarà in Israele e in Egitto per discutere dell'offensiva su Rafah prevista dal governo israeliano e preparata dall'Idf. McGurk dovrebbe volare domani al Cairo per incontrare il capo dell'intelligence egiziana e poi recarsi in Israele per i colloqui con Netanyahu  e il ministro della Difesa Yoav Gallant.

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Israele: "Manterremo il controllo della sicurezza a Gaza"

Nel frattempo, Netanyahu ha fatto sapere di essere intenzionato a mantenere "il pieno controllo della sicurezza" su tutta l'area a ovest del fiume Giordano "con o senza accordo definitivo". Israele vorrebbe quindi mantenere il controllo della Striscia di Gaza e della Cisgiordania. 

Secondo l'Institute for the Study of War (Isw), Israele sta costruendo una strada nel centro della Striscia di Gaza per dividere il nord dal sud del territorio palestinese e facilitare i raid. La strada servirebbe inoltre a controllare i movimenti della popolazione palestinese.

Bombardamenti israeliani durante la notte

Altre 3 persone sono morte nella serata tra ieri e oggi, martedì 20 febbraio, in un bombardamento israeliano che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia. Nelle ore precedenti, altre 5 persone sono morte in un raid contro una casa nel sud di Gaza. Secondo l'agenzia di stampa palestinese Wafa, i morti sono 107 e i feriti 145 solo nella giornata di ieri. Solo dal 7 ottobre in poi, in Palestina sono morte 29.092 persone e altre 68.883 sono rimaste ferite.

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