Oggi colloquio Kuleba-Lavrov, cosa potrebbe succedere dopo l’incontro dei due ministeri degli Esteri
Gli occhi del mondo sono puntati oggi sulla Turchia, dove è in corso l'atteso colloquio tra i ministri degli Esteri di Russia e Ucraina. Sergei Lavrov e Dmytro Kuleba sono arrivati prestissimo ad Antalya per quello che è il primo incontro ad alto livello tra le due parti dall'invasione russa dello scorso 24 febbraio, dopo che le delegazioni di entrambe le parti hanno tenuto tre round di negoziati in Bielorussia. Il colloquio è cominciato alle 10 ora locale. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha auspicato ieri che i colloqui possano "aprire la strada a un cessate il fuoco duraturo". All'incontro parteciperà anche Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell'AIEA, "per discutere la questione urgente di garantire la sicurezza degli impianti nucleari dell'Ucraina".
Ma cosa potrebbe succedere dopo il confronto tra i due?
L'ucraino Kuleba ha fatto sapere ieri di avere aspettative molto "limitate" sull'incontro con il suo omologo russo. Ma la sua richiesta è chiara: Kiev sta cercando un'immediata "cessazione delle ostilità e della guerra da parte della Russia". Dall'altro lato, Mosca continua a chiedere che l'Ucraina abbandoni i suoi piani dichiarati di aderire all'alleanza militare della Nato e che diventi uno stato neutrale. Non solo. Come ha specificato il portavoce del Cremlino, Peskov, la stessa Ucraina "deve impegnarsi anche a riconoscere la Crimea come territorio russo, che la stessa Russia ha annesso unilateralmente a sé nel 2014, e riconoscere le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk come Stati indipendenti e sovrani". Sono queste le tre condizioni di Putin per il cessate il fuoco. Insomma, una soluzione al momento appare ancora lontana. Ihor Zhovkva, vice capo dello staff del presidente Zelensky e uno dei suoi principali consiglieri di politica estera, ha precisato in un'intervista a Bloomberg che l'Ucraina è pronta a "una soluzione diplomatica" e a discutere la richiesta russa di neutralità, ma non cederà "un solo centimetro" di territorio a Mosca. "La nostra prima condizione per avere un simile negoziato è l'immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe russe", ha aggiunto.
Già i tre round di negoziati tra le delegazioni di Kiev e Mosca non erano stati risolutivi, sebbene le due parti in guerra si siano accordate sulla creazione di corridoi umanitari per aiutare a evacuare i civili da diverse città assediate. La situazione è al momento molto difficile soprattutto a Mariupol, proprio nella Regione orientale del Donbass, dove ieri è stato bombardato un ospedale pediatrico. Un attacco che l'Ucraina ha definito "un crimine di guerra" e che è stato condannato da Onu e Usa, che hanno a loro volta condannato i russi per "uso barbaro della forza militare per inseguire civili innocenti".