Rashid, il maestro eroe che si è lanciato a mani nude contro il killer della strage in Nuova Zelanda
Rashid Naeem era un insegnante pachistano di 51 anni. E’ l’eroe che venerdì scorso alla moschea Al Noor di Christchurch, in Nuova Zelanda, ha cercato di bloccare Brenton Tarrant, l’autore della strage in cui sono morte 50 persone. Nel video ripreso dallo stesso terrorista, ad un certo punto si vede Rashid lanciarsi contro il killer per impedirgli di sparare. Un gesto coraggioso che purtroppo non è riuscito ad impedire il massacro di decine di fedeli musulmani. Rashid è stato gravemente ferito ed è morto sabato. A perdere la vita nell'attentato anche il figlio maggiore Talha, di 21 anni, che era con lui nel luogo di culto quando Tarrant ha cominciato ad uccidere chiunque incontrasse.
Nel 2001, Rashid Naeem era partito da Abbottabad, in Pakistan, assieme alla moglie. Avevano deciso di iniziare una nuova vita a centinaia di chilometri di distanza. Questo mite insegnante non sapeva che il destino gli avrebbe fatto incontrare sulla sua strada uno spietato suprematista bianco, ossessionato da idee razziste e odio verso i musulmani, considerati degli invasori. Come ogni venerdì, Rashid e il figlio si recano a pregare alla moschea Al Noor, nel centro di Christchurch. Di lì a pochi minuti, il luogo di culto dove sono presenti decine di fedeli musulmani, si convertirà nel primo obiettivo della carneficina di Tarrant. Il terrorista uccide due persone che si trovano all'ingresso della moschea, prima di arrivare nella sala di preghiera dove si trovano Rashid e gli altri. E’ in quel momento che l’insegnante trova il coraggio di lanciarsi contro quell'uomo armato di un fucile d’assalto. Lo fa a mani nude, con solo la forza del suo valore. Tarrant, però, riesce a scansarsi e l’eroico fedele cade a terra. Con una freddezza che gela il sangue, l’attentatore lo colpisce con una raffica di proiettili. Rashid è stato portato in ospedale dove è morto sabato, il giorno dopo il massacro.
Tra le 42 vittime della moschea Al Noor c’è anche Talha, il figlio più grande dell’insegnante. Talha, laureato in ingegneria, da poco aveva trovato un nuovo lavoro e sperava di riuscire a sposarsi presto. “Alcuni giorni fa Naeem mi ha detto che volevano tornare in Pakistan per celebrare le nozze di Talha. Ora invece dobbiamo riportare le salme di padre e figlio”, ha raccontato uno zio che vive a Lahore. “Non ci sono parole per descrivere il dolore che proviamo – ha affermato il fratello di Rashid – è come se mi avessero tagliato un braccio”. “Mio marito è morto da eroe”, ha detto Ambreen, la vedova. “Lui e i miei figli andavano sempre in quella moschea – ha affermato tra le lacrime – non riesco ancora a rendermi conto di quello che è successo. Ma so che mio marito è stato coraggioso. E’ sempre stato molto generoso e anche in quei drammatici momenti ha voluto fare qualcosa per gli altri”.
In molti hanno voluto ricordare sui social il coraggio di Rashid. Come il giornalista Muhammad Lila che su Twitter ha scritto: “In mezzo alla sparatoria, quando decine di persone intorno a lui erano state uccise, Naeem Rashid ha fatto tutto il possibile per bloccare l’attentatore. Lo ha fatto senza armi, solo con il suo corpo. In molti parleranno dell’assassino. Ricordiamo invece gli eroi”.
Anche il primo ministro pachistano, Imran Khan, ha reso omaggio all'eroico insegnante. “Il Pakistan è orgoglioso di Naeem Rashid – ha scritto Khan sul suo account Twitter – ucciso mentre cercava di bloccare il terrorista suprematista bianco. Al suo coraggio sarà dedicata con un’onorificenza”.
Nella strage terroristica compiuta dal 28enne australiano sono morte 50 persone. Decine i feriti, alcuni dei quali stanno ancora lottando tra la vita e la morte. Il ministero degli esteri di Islamabad ha confermato che sono 9 i cittadini pachistani uccisi dalla follia razzista di Tarrant.