Nuova Zelanda, stop vendita di armi d’assalto: “Nostra storia è cambiata, ora cambiano le leggi”
Dopo il terribile attentato alle moschee a Christchurch costato la vita a cinquanta persone la Nuova Zelanda mette al bando la vendita di armi d'assalto e di fucili semiautomatici. Lo ha fatto sapere il primo ministro, Jacinda Ardern, che già subito dopo la strage aveva annunciato una riforma sulla vendita delle armi. “Annuncio che la Nuova Zelanda metterà al bando tutte le armi stile militare”, ha dichiarato il primo ministro neozelandese avvertendo che saranno messe in piedi misure per evitare una corsa all'acquisto prima che la legge sia entrata in vigore. “Il 15 marzo la nostra storia è cambiata per sempre. Ora cambieranno anche le nostre leggi”, ha annunciato Ardern ricordando la strage alle moschee. Saranno vietati anche i bump stock, i dispositivi che trasformano i fucili in semiautomatici. Sarà inoltre predisposto un piano per consentire ai possessori di questo tipo di armi di riconsegnarle alle autorità. La premier ha detto che l'uomo arrestato per la strage aveva comprato l'arma legalmente e aveva aumentato la capacità con un caricatore “acquistato facilmente online”. La nuova legislazione dovrebbe entrare in vigore entro l’11 aprile.
Le indagini sull'attentato in Nuova Zelanda
Sul fronte delle indagini, la polizia ritiene che il killer delle moschee di Christchurch intendesse attaccare un terzo obiettivo, quando è stato arrestato. Il commissario Mike Bush ha dichiarato che le autorità credono di aver identificato un terzo luogo verso cui il ventottenne australiano Brandon Tarrant era diretto. “Non diffonderò questi dettagli, non voglio traumatizzare altre persone”, ha quindi aggiunto a proposito delle informazioni sul terzo obiettivo. Intanto, un uomo accusato di aver condiviso il video del massacro è stato incarcerato da un giudice in attesa della prossima udienza in tribunale in programma a metà aprile. Dovrà rispondere di due capi d'accusa in seguito alla distribuzione del video dell'attentatore alla moschea di Al Noor e rischia 14 anni di carcere per ognuna delle accuse.
Polemica su una scuola: “Vieta agli studenti musulmani di indossare l'hijab” – Intanto una scuola privata tra le più esclusive del Paese è stata messa sotto accusa per aver vietato agli studenti musulmani di indossare l'hijab. Si tratta di una scuola di Auckland che avrebbe motivato la decisione affermando che il velo non rientra nel codice di abbigliamento scolastico. Il divieto, secondo quanto riportano i media, è venuto alla luce meno di una settimana dopo che Brenton Tarrant ha colpito le due moschee a Christchurch. La preside da parte sua si è difesa difendendo il codice di abbigliamento scolastico che serve a creare "un senso di unità e famiglia".