Occupy Wall Street torna in piazza: scontri e arresti a New York durante la “giornata dell’azione”
La “Giornata dell’azione” organizzata per celebrare i due mesi di vita del movimento degli indignados a stelle e strisce di Occupy Wall Street è stata ricca di occupazioni, di nuovi propositi, di scontri con le forze dell’ordine e di nuovi arresti. Manifestazioni e cortei sono avvenuti in diverse città americane ma è stata proprio la città di New York, culla del movimento di Occupy Wall Street, ad essere protagonista con centinaia di indignados che hanno prima tentato di raggiungere il simbolo della loro protesta, Wall Street, per impedire l’ingresso agli operatori della Borsa per poi dirigersi verso il ponte di Brooklyn e ripetere così l’occupazione pacifica avvenuta già lo scorso settembre, quando il gruppo si è appunto costituito.
L’occupazione di Wall Street
Il corteo degli attivisti è partito da Foley Square e, dopo aver “riconquistato” lo Zuccotti Park – il campo base degli indignados sgomberato con la forza nella notte tra lunedì e martedì e occupato nuovamente grazie ad un provvedimento della Corte Suprema – ha deciso di avviarsi verso la Borsa di New York per ritardare, appunto, l’apertura di Wall Street. Un’ “occupazione” che è stata palcoscenico di numerosi scontri con le forze dell’ordine: la zona di Wall Street è stata, infatti, blindata da un enorme dispiegamento di agenti in tenuta anti-sommossa che, di fatto, hanno reso vano il tentativo degli indignados. Secondo le ultime stime sono almeno 300 le persone che sono state arrestate, la maggior parte delle quali nella città di New York e gli scontri più duri si sono verificati nella zona sud di Manhattan. Le forze dell’ordine hanno dovuto in più occasioni ricorrere alla forza per arginare i tanti indignati e, secondo alcuni testimoni, sono state usate linee dure anche nei confronti dei tanti giornalisti e fotografi presenti per documentare gli avvenimenti. Oltre agli arresti si contano infatti anche diversi feriti.
L’occupazione del ponte di Brooklyn
Dopo il tentativo fallito di incursione a Wall Street, migliaia di manifestanti si sono radunati di fronte al City Hall da dove è partito il corteo verso il ponte di Brooklyn: secondo i numeri forniti direttamente sul sito di Occupy Wall Street sono oltre 30mila le persone che, in un’atmosfera di festa, hanno dato vita ad una “giornata di lotta” storica per il movimento, la più imponente organizzata finora.
Tanti gli infiltrati tra gli attivisti che hanno prima tentato di bloccare l’accesso al ponte e che sono stati immediatamente arrestati senza opporre resistenza. Poi, la marea di indignados ha avuto accesso al ponte e ha sfilato lungo la corsia pedonale: massima la tensione con le forze dell’ordine che hanno lavorato per impedire che i manifestanti bloccassero la circolazione stradale.
Domani a Zuccotti Park arriva Roberto Saviano
Intanto domani alle 12 prenderà parte alla protesta anche lo scrittore italiano Roberto Saviano che ha fatto sapere, tramite un messaggio video che sarà postato domani sul sito di Occupy Wall Street, di essere lieto dell’invito: Saviano, nell’ambito della manifestazione “Against the mafia”, parlerà di come la crisi economica sia sfruttata dalle mafie per conquistare sempre più soldi e potere. “Invito tutti voi che volete protestare contro i crimini della Gomorra finanziaria e tutti voi che volete capire i meccanismi che stanno dietro alla crisi della Grecia agli Stati Uniti passando per l’Italia. Spero di vedervi sabato per dimostrare che questa protesta non può essere zittita”.
In due mesi tante volte gli indignados di Occupy Wall Street sono stati fermati, arrestati e sgomberati e in due mesi, sempre, hanno ribadito che la loro protesta non si sarebbe fermata. Sono tornati a Zuccotti Park, manifestano in tante altre città americane (per esempio a Los Angeles il movimento sta prendendo sempre più piede), in mancanza di “amplificazione” manifestano la loro indignazione con il “microfono umano”e usano twitter e internet per organizzare e diffondere il loro pensiero.
Dopo due mesi sono ancora il 99% e non hanno nessuna intenzione di arrendersi alle logiche del restante 1%.