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Guerra in Ucraina

Ritirata lettera di Ocasio-Cortez e 30 liberal a Biden per trattare con Mosca e far finire la guerra

Trenta parlamentari del Partito Democratico statunitense vicini alla leader di sinistra Alexandria Ocasio-Cortez avevano chiesto a Joe Biden di cambiare la strategia americana nei confronti della guerra in Ucraina e di trattare con la Russia per “evitare un conflitto prolungato”.
A cura di Davide Falcioni
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Retromarcia della presidente del progressista dei dem alla Camera Usa, Pramila Jayapal, che ha ritirato la controversa lettera di 30 esponenti del gruppo al presidente Joe Biden per intavolare dei negoziati di pace e tenere dei colloqui diretti con il suo omologo, il presidente Vladimir Putin.

La missiva aveva sollevato la rabbia dei firmatari e rivelato nuove divisioni nel partito. "La lettera era stata redatta alcuni mesi fa ma sfortunatamente è stata diffusa dallo staff senza essere valutata", si è giustificata, assumendosi ogni responsabilità. Ma nel partito ora è caos.

Nella lettera fatta recapitare ieri alla Casa Bianca esponenti di spicco del partito, come la leader di sinistra Alexandria Ocasio-Cortez, avevano chiesto al presidente Biden di intavolare dei negoziati di pace e tenere dei colloqui diretti con il suo omologo, il presidente Vladimir Putin.

Il documento della sinistra democratica, firmato anche dalla presidente del caucus congressuale dei progressisti, Pramila Jayapal e da altri parlamentari di spicco come il californiano Ro Khanna, Jamie Raskin del Maryland e Ilhan Omar del Minnesota, è stato diramato ieri dal Washington Post. "Considerando la devastazione che questa guerra porterà in Ucraina e nel mondo, e il rischio di un'escalation catastrofica, riteniamo che sia nell'interesse dell'Ucraina, degli Stati Uniti e del mondo evitare un conflitto prolungato", si legge nella missiva.

I firmatari esortavano il presidente Biden a "impegnarsi in vigorosi sforzi diplomatici a sostegno di una soluzione negoziata e di un cessate il fuoco" e "a impegnarsi in colloqui diretti con la Russia". Secondo i parlamentari democratici allo sforzo per aiutare economicamente e militarmente Kiev va associato quello nel ricercare una soluzione diplomatica accettabile per il popolo ucraino. Tale quadro potrebbe includere l'allentamento delle sanzioni e delle garanzie di sicurezza per un'Ucraina libera e indipendente, "che sono accettabili per tutte le parti, in particolare gli ucraini", ha affermato il gruppo dei democratici.

Nel documento inviato alla Casa Bianca la sinistra liberal insiste sul fatto che le conseguenze del conflitto vanno molto oltre i confini dell’Ucraina con devastazioni dei mercati energetici e alimentari essenziali e il rischio di un conflitto nucleare. La gestione della crisi non può, di conseguenza, essere lasciata al solo governo di Kiev.

Casa Bianca: "Tocca a Zelensky decidere quando negoziare"

La risposta della Casa Bianca non si è fatta attendere ed è arrivata attraverso il portavoce per le questioni di sicurezza nazionale, John Kirby, che ha espresso apprezzamento per le preoccupazioni dei parlamentari, confermando tuttavia la volontà di Biden di non negoziare coi russi senza un coinvolgimento diretto dell’Ucraina. Kirby ha ribadito che tocca a Zelensky decidere quando negoziare perché quello invaso e devastato è il suo Paese.

Improbabili, quindi, svolte a breve scadenza, ad esempio al G20 di metà novembre a Bali.

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