Obama vede Suu Kyi in Birmania: “Democrazia non è irreversibile”
Il presidente americano Barack Obama, arrivato ieri in Birmania per il summit dell'Asean e per un altro vertice regionale, ha incontrato la leader dell’opposizione Aung San Suu Kyi. In una conferenza stampa congiunta i due premi Nobel per la pace hanno parlato in particolare della democrazia nel Paese. Obama, incontrando il simbolo dell’opposizione non violenta al regime militare birmano, ha affermato che la democratizzazione nel Paese non è “né completata né irreversibile”, e ha chiesto che le elezioni in programma del 2015 siano davvero “libere, trasparenti e inclusive”. L'attuale Costituzione in vigore nel Paese vieta, infatti, a Suu Kyi di candidarsi alle prossime consultazioni, ma l'ufficio di presidenza ha annunciato alla fine di ottobre la disponibilità del Parlamento a discutere della riforma costituzionale. Obama e Suu Kyi si sono incontrati nella casa dove la leader dell’opposizione birmana ha passato anni agli arresti domiciliari.
La conferenza stampa dei due premi Nobel per la pace in Birmania
Suu Kyi ha parlato di una Costituzione ingiusta e antidemocratica, che appunto le impedisce di candidarsi alla presidenza. “Non è giusto discriminare un cittadino in particolare”, ha detto la Premo Nobel per la Pace 1991 parlando del proprio caso. “La gente capisce che è ingiusta e anti-democratica”, ha detto ancora in conferenza stampa, riferendosi alla costituzione birmana. Il presidente degli Stati Uniti e Aung San Suu Kyi hanno concordato dunque sulla necessità di un lungo lavoro in Birmania e in tutta la regione asiatica per raggiungere la completa democratizzazione. Aung San Suu Kyi ha esortato a “trovare un equilibrio fra ottimismo e pessimismo”, Obama ha avuto parole dure per gli scogli ancora da superare, ad esempio la legge che impedisce ai birmani che hanno avuto figli all'estero di presentarsi alle elezioni presidenziali.