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Obama, sì a una nuova “guerra al terrorismo”: “Guideremo un’ampia coalizione contro l’Isis”

Nel tredicesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle Obama annuncia la nuova operazione “antiterrorismo” guidata dagli Stati Uniti.
A cura di Davide Falcioni
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Alla vigilia del tredicesimo anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha annunciato l'avvio di una nuova "guerra al terrorismo", in quello che sembra un filo che non si è mai spezzato. Dopo l'Afghanistan, il Pakistan e l'Iraq di Saddam Hussein, dopo la Somalia e lo Yemen, Obama punta a colpire l'Isis: "Stanotte, con un nuovo governo iracheno in carica, e dopo le consultazioni con gli alleati all’estero e il Congresso in casa, posso annunciare che l’America guiderà un’ampia coalizione per ricacciare indietro questa minaccia terroristica". In un accorato intervento in diretta televisiva Obama ha annunciato la "sua" guerra, figlia di quella di Bush al Al Quaeda: "Al momento – ha detto – le minacce più grandi vengono dal Medio Oriente e l’Africa settentrionale, dove gruppi radicali sfruttano il malcontento per il loro tornaconto. Uno di questi gruppi è l’Isis, che si chiama Stato Islamico. Ma lasciatemi chiarire due cose. L’Isis non è islamico, perché nessuna religione condona l’uccisione degli innocenti. E certamente non è uno stato. Sono gli ex affiliati di al Qaeda in Iraq, che hanno sfruttato lo scontro settario e la guera civile in Siria per conquistare territori da entrambe le parti dei confini. Sono un’organizzazione terroristica, che lasciata libera pone una crescente minaccia oltre la regione, inclusi gli Stati Uniti". Il capo della Casa Bianca, ricordando i due giornalisti decapitati in Siria, ha illustrato in quattro punti la strategia che la coalizione internazionale adotterà per "distruggere l'Isis".

Primo punto: intensificare i raid aerei

Il grosso dell'operazione spetterà all'aviazione, che darà il via a una serie di raid aerei sia in Iraq che in Siria per supportare le forze locali che da anni combattono contro i miliziani dello Stato Islamico: "Ho chiarito che daremo la caccia ai terroristi che ci minacciano ovunque. Ciò significa che non esiterò ad agire contro l’Isis in Siria, come in Iraq. Questo è un principio fondamentale della mia presidenza: se minacci l’America, non troverai rifugio sicuro".

Secondo punto: inviare forze speciali

"Aumentare il nostro supporto alle forze che combattono questi terroristi sul terreno": così recita il secondo punto, che tra l'altro prevede l'invio di 475 uomini altamente specializzati in Iraq per dare man forte ai curdi e agli iracheni. In Siria, invece, la coalizione guidata dagli Stati Uniti dovrebbe supportare il Free Syrian Army, gruppo islamico moderato che combatte sia contro l'Isis che contro il regime di Assad, con il quale la Casa Bianca ha più volte annunciato di non voler collaborare.

Terzo punto: potenziare il ruolo dell'intelligence

Fondamentale sarà il ruolo dei servizi segreti, cui spetterà il compito di prevedere le mosse dei miliziani dell'Isis e di fermare il flusso di combattenti provenienti anche dai paesi occidentali. Importantissimo sarà il supporto dell'Europa, da cui partono molti miliziani: in questo quadro anche l'Italia farà la sua parte, come ha già assicurato nel corso dell'ultimo vertice dell'Alleanza Atlantica. Obama, comunque, intende coinvolgere tutti i paesi alleati in questo "sforzo contro il terrorismo internazionale".

Quarto punto: supporto umanitario

Per finire la coalizione dovrà essere pronta a dare supporto umanitario ai civili innocenti colpiti dai terroristi, anche se verosimilmente non mancheranno i "danni collaterali" causati dai massicci bombardamenti degli Stati Uniti. Quella che Obama si appresta a iniziare è una nuova guerra, anche se dovrebbe avere caratteristiche profondamente diverse da quelle in Afghanistane Iraq: al momento l'invasione di terra è stata esclusa, ma "sradicare il cancro dell'Isis" sarà impresa ardua e occorrerà molto tempo.

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