Obama ringrazia gli alleati per l’aiuto in Libia ma “dimentica” l’Italia
Dopo l'entrata dei ribelli a Bani Walid le forze internazionali tirano un sospiro di sollievo e gridano al successo della missione in Libia. Durante la 66esima Assemblea Generale dell'ONU (a cui il nostro Presidente Berlusconi non ha partecipato forse perché impegnato in affari personali importanti, più della pace del sistema internazionale) il Presidente americano Barack Obama ha tenuto un discorso in cui ha ringraziato tutti i paesi della Lega Araba, dalla Tunisia all'Egitto per il contributo nella vittoriosa missione di pace in Libia.
La missione in Libia è un successo internazionale. Parola di Barack Obama. Ma l’Italia?
Il presidente Obama ha ringraziato le leadership e il contributo di organizzazioni internazionali come la NATO, enfatizzando soprattutto l'apporto di quattro paesi europei (considerati come eguali partner) che ha contato sulle dita di una mano, quasi a voler fare una sorta di appello: nell'ordine cita Regno Unito, Francia, Danimarca, Norvegia. E l'Italia? In barba ai militari impegnati in Libia, alle basi militari che il nostro paese ha fornito alla missione per portare la pace nel tormentato paese libico e ai fondi stanziati dal nostro governo per finanziare la missione "Unified Protector", non c'è traccia dell'Italia nel discorso di ringraziamento di Obama.
Quali saranno le ragioni di questa "estromissione"? C'è chi giura che la causa sia da attribuire allo strisciante isolamento internazionale in cui starebbe versando l'Italia dopo le vicende che hanno visto come protagonista il nostro premier Silvio Berlusconi, altri giurano che la causa sia da attribuire alla decisione del Consiglio dei Ministri italiano che nel luglio scorso ha deciso di ridurre le risorse destinate alla missione (nonostante l'impegno di giugno di fornire aiuti per 300-400 milioni di euro, tra contanti e carburante). Eppure quest'ultima ragione sarebbe da scartare visto che la portavoce della NATO Oana Longescu ci aveva rassicurato in tal senso:
l'Italia è un alleato forte e dà un importante contributo; è un partner affidabile e noi continueremo a contare sul supporto suo e degli altri alleati
Inoltre, proprio il 20 settembre il nostro Ministro della Difesa La Russa aveva assicurato che l'Italia non avrebbe fatto mancare il suo contributo alla proroga della missione della Nato "Unified protector" (di cui è stata chiesta la proroga di 3 mesi, il tempo necessario per stanare il colonnello Gheddafi), garantendo la totale disponibilità delle nostre basi (ricordiamo che attualmente le basi militari a disposizione della missione in Libia sono quelle di: Sigonella, Amendola, Gioia del Colle, Aviano, Trapani, Decimomannu e Pantelleria).
La credibilità internazionale dell’Italia
E mentre alla 66esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite hanno partecipato i principali capi di Stato: Barack Obama, Nicolas Sarkozy, l'Italia era rappresentata dal Ministro degli Esteri italiano Frattini, che, all'uscita dalla riunione del gruppo dei 60 paesi "Amici della Libia" ha ricordato le condizioni favorevoli all'Italia con il nuovo governo libico, citando "le nostre tradizioni e la nostra profonda conoscenza del territorio. L'Italia ha sostenuto fin dall'inizio le azioni del popolo libico per una Libia libera, unita e democratica, e continuerà ad aiutare le nuove autorità libiche".
Altri impegni hanno tenuto Berlusconi lontano dal Palazzo di Vetro: per il Presidente del Consiglio oggi è stata una giornata importante, in cui ha incontrato il leader e gli esponenti della Lega Bossi, Calderoli e Zaia; a questo vertice tutto italiano ha partecipato anche il segretario del Pdl Alfano. La giornata per Silvio Berlusconi si è conclusa con un incontro con il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al Quirinale. Sono ore decisive per il governo italiano, in balia sia delle continue richieste di dimissioni provenienti da tutti i partiti dell'opposizione che degli scandali giudiziari che coinvolgono il nostro premier, che deve fare i conti con un’ulteriore preoccupazione circa il caso Milanese: la futura votazione sull'autorizzazione all'arresto dell’ex collaboratore del Ministro dell’Economia Tremonti.
Insomma l'ipotesi sulla scarsa credibilità italiana sembrerebbe la più accreditata; intanto il Ministro degli Esteri Frattini è stato chiamato a riferire in Senato sia su questa "umiliante esclusione" che sulla condizione di generale isolamento internazionale dell'Italia.