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Obama: “È ora di agire per distruggere l’Is”. Nella coalizione anche l’Italia

Il Presidente Usa annuncia un cambio di marcia in Iraq: “Via ad una coalizione di 10 Paesi (c’è l’Italia, ndr) con bombardamenti a supporto dei peshmerga curdi”.
A cura di Redazione
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Mercoledì il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama spiegherà nel dettaglio quali sarà la nuova fase dell'intervento internazionale contro l'Is in Iraq: lo ha confermato lui stesso durante un'intervista alla trasmissione della Nbc "Meet the Press". Obama ha innanzitutto smentito nuovamente la possibilità di un invio di truppe di terra nella regione, spiegando che gli Stati Uniti guideranno una coalizione di 10 Paesi (anche l'Italia dovrebbe prendere parte all'operazione) che effettuerà raid aerei mirati a sostegno delle truppe dell'esercito regolare iracheno e dei peshmerga curdi impegnati nel tentativo di respingere gli attacchi dell'Is. Il Presidente Usa del resto è stato chiaro: "L'Is è una grave minaccia per tutti e nella Nato c'è una grande convinzione che è l'ora di agire per indebolirla e distruggerla; voglio che gli americani comprendano la natura della minaccia, come la affronteremo e rassicurarli che saremo in grado di farlo. Tutti debbono capire che non abbiamo alcun segnale dall'intelligence di un'immediata minaccia all'America. E ne sono convinto: alla fine vinceremo".

Facendo parziale retrofront rispetto ad alcune dichiarazioni di inizio anno che minimizzavano le potenzialità dell'Is, Obama ha chiarito che gli integralisti rappresentano una concreta minaccia per la stabilità dell'area, ma ha precisato che ogni intervento non può che tener conto delle specifiche dinamiche della regione. Del resto, ha continuato Obama,"il problema per gli Stati sunniti nella regione, molti dei quali sono nostri alleati, non è semplicemente l'Iran" ed è dunque necessario che a mobilitarsi contro Is siano le stesse comunità sunnite (il riferimento è alla tattica utilizzata dal generale Petraeus nel 2007). In tal senso, ha chiosato Obama: "Molto – ha concluso Obama – dipenderà anche dagli sforzi inclusivi del nuovo governo iracheno che spera sarà formato la prossima settimana, e veda rappresentati di tutte le confessioni ed etnie, quindi sciiti, sunniti e curdi".

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