Nuovo terremoto in Corea del Nord. Per i cinesi sisma causato da esplosione
Un nuovo terremoto in Corea di magnitudo 3.4 porta l'attenzione del mondo non verso il sottosuolo, in cui in genere hanno origine i sismi, ma verso il leader nordcoreano Kim Jong-un. Secondo l'Agenzia cinese per i terremoti la causa del sisma, avvenuto alle 10.30 italiane, è un'esplosione, mentre per il servizio meteorologico sudcoreano si è trattato di un fenomeno "presumibilmente di origine naturale". Al momento non c'è dunque la stessa certezza che il 3 settembre portò ad attribuire ad un test nucleare il sisma di 6,3 gradi Richter a Kiji, nella provincia di Hamgyong. La zona del terremoto è tuttavia sempre la stessa.
Trump contro il "rocket-man"
Quale che sia l'origine del sisma, le sanzioni dell'Onu contro la Corea del Nord non hanno ancora suggerito a Pyongyang di rivedere la propria strategia di potenza nella regione asiatica. Né tantomeno agli Usa, che poche ore prima del sisma, attraverso le parole del Presidente Trump, definiscono Jong-un l' "uomo-missile" che attenta alla pace, mentre gli States vogliono "un mondo in cui ci siano Paesi che cooperano tra loro. E non possiamo avere un piccolo pazzo che spara missili sugli altri". Il problema, prosegue l'inquilino della Casa Bianca, viene da lontano, dato che Jong-un "andava gestito molto tempo fa", quando le redini della superpotenza erano nella mani di Barack Obama e Hillary Clinton. Nel frattempo il leader nordcoreano preannuncia l'uso di una bomba all'idrogeno nel Pacifico, avvertendo inoltre Trump che "pagherà care le sue minacce".
Le sanzioni Onu diventano effettive
Mentre i leader si confrontano a distanza e in terza persona, le sanzioni Onu diventano esecutive e impongono alla Corea del Nord di razionare le scorte di petrolio e gas. I prodotti raffinati provenienti dalla Cina sono limitati a 2 milioni di barili all'anno, mentre è stata azzerata l'esportazione del gas liquefatto. Proibito anche qualsiasi scambio nel settore tessile, che rappresenta circa il 90% dei flussi tra i due paesi orientali. Embarghi che hanno prodotto effetti immediati sull'economia, imponendo un aumento dei prezzi dei carburanti utili per circolazione di auto e, soprattutto, per la produzione agricola.