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Nuovo golpe in Burkina Faso: militari arrestano presidente e primo ministro

A meno di un anno dal colpo di stato che ha rilevato Blaise Compaoré un nuovo golpe a pochi giorni dalle elezioni che avrebbero dovuto portare alla democrazia.
A cura di Davide Falcioni
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Le forze armate del Burkina Faso hanno tratto in arresto il presidente Michel Kafando e il primo ministro Isaac Zida: i militari hanno fatto irruzione nel palazzo presidenziale di Ouagadougou mentre si stava svolgendo il consiglio dei ministri. Intanto all'esterno sono esplosi gli scontri tra sostenitori del governo e oppositori: secondo i giornalisti dell'Associatd Press le violenze sono cominciate quando un gruppo di soldati dei reparti speciali ha cominciato a marciare verso il palazzo.

A quel punto centinaia di cittadini hanno compreso che sarebbe avvenuto un golpe, il secondo in meno di un anno: nel 2014, infatti, venne rilevato con la forza l'allora presidente  Blaise Campaore. Nel frattempo la popolazione era in attesa delle elezioni che, almeno nelle speranze, avrebbero dovuto riaffidare il potere ai civili e pacificare la nazione. Invece nella serata di ieri è arrivato un nuovo capovolgimento di fronte, del tutto inatteso.

Il golpe molto probabilmente imporrà uno spostamento della data delle elezioni, che inizialmente erano state fissate per l'11 ottobre ma che a questo punto probabilmente verranno rinviate. Il presidente ad interim Michel Kafando e il premier Isaac Zida, un ufficiale che nell’ottobre 2014 fu tra i leader della rivolta che costrinse l’allora capo di stato Blaise Compaore’ alle dimissioni e all’esilio, sono stati bloccati nei loro uffici nella capitale.

La consultazione elettorale del prossimo mese avrebbe dovuto portare a una svolta democratica in Burkina Faso, paese tra i più poveri del mondo le cui condizioni economiche sono ridotte ai minimi termini a causa della dittatura di Compaorè, uomo accusato anche di aver preso parte all'omicidio del suo predecessore Thomas Sankara, il "Che Guevara" indiano che per primo aprì un dibattito sull'annullamento del debito del Burkina Faso nei confronti dei suoi ex colonizzatori.

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