Nuovi focolai di Coronavirus in tutto il mondo: i paesi che tornano in lockdown dopo le riaperture
L'Organizzazione mondiale della Sanità è stata chiara: il peggio della pandemia di Coronavirus nel mondo deve ancora arrivare. Ne sono una conferma i numerosi focolai che stanno scoppiando ovunque, anche dove l'emergenza sembrava superata. L'aumento dei contagi ha così spinto molto Paesi a introdurre di nuovo il lockdown dopo le riaperture delle attività produttive, molto spesso decise in maniera frettolosa, nel tentativo di fermare la trasmissione dell'infezioni, con gravi conseguenze dal punto di vista economico. Ecco dove è stato necessario reintrodurre blocchi e misure restrittive, costringendo all'isolamento milioni di persone per la seconda volta in pochi mesi.
India
Tra i paesi più colpiti dalla pandemia di Covid-19 c'è l'India, al terzo posto in tutto il mondo per numero di casi, che sono arrivati a toccare quota un milione. In particolare, la situazione sta diventando preoccupante nello stato settentrionale del Bihar, dove alla popolazione, composta da 125 milioni di abitanti, è stato ordinato un nuovo blocco di 15 giorni dal 16 al 31 luglio. Solo nella giornata di ieri il Bihar ha fatto registrare 1.432 contagi, più di mille per il terzo giorno consecutivo, portando il totale dello stato a quasi 19mila con 134 morti. Dopo aver imposto uno dei lockdown più severi del mondo alla fine di marzo, l'India ha pian piano allentato le misure restrittive per ridurre l'impatto economico, in particolare su milioni di cittadini poveri che hanno perso il lavoro. Ma, evidentemente, era troppo presto.
Catalogna (Spagna)
Un altro lockdown di 15 giorni è stato imposto a 8 comuni della Catalogna, in Spagna, a cominciare da Lleida, dopo che un giudice in precedenza aveva stabilito che tale misura era illegale. Il tribunale di Lleida, infatti, aveva deciso di non ratificare la decisione presa domenica scorsa dal governo catalano di imporre il lockdown definendola “sproporzionata“, visto che per imporla era necessario che fosse stato decretato lo stato d’emergenza dal governo centrale. Tuttavia, riporta la stampa locale, di fronte a un focolaio incontrollato di Coronavirus, il governo ha approvato la nuova risoluzione in tempo record e l’ha già presentata al tribunale per i contenziosi amministrativi. Nelle ultime 24 ore la regione ha registrato 938 casi di Covid-19 di cui 246 rilevati a Barcellona, 199 a Lleida e 138 a Segrià. Numeri elevati, spiega il Dipartimento della Salute, che sono dovuti a un incremento del numero dei test, specie sugli asintomatici.
Stati Uniti
Negli Stati Uniti, primo paese al mondo per numero di contagi di Coronavirus, un caso emblematico è rappresentato dalla California. Le autorità hanno deciso di richiudere su tutto il territorio dello stato i servizi non essenziali a causa dell'impennata delle infezioni. Come annunciato dal governatore Gavin Newsom, dovranno abbassare la saracinesca ristoranti, bar, cinema, teatri, palestre, musei e luoghi di culto. Cancelli chiusi anche per gli zoo. Addirittura il distretto scolastico più grande della California, quello di Los Angeles e San Diego, ha annunciato che le lezioni in autunno inizieranno interamente da remoto e saranno online almeno fino alla fine del 2020. Tutto ciò conferma quanto dichiarato dal virologo Anthony Fauci per il quale gli Stati Uniti stanno vivendo un'impennata dei contagi perché "il Paese non è stato mai chiuso interamente e in molti Stati si è riaperto troppo velocemente".
Hong Kong
Hong Kong ha annunciato nuove e rigorose misure di distanziamento sociale a partire dalla mezzanotte di martedì. Si tratta del blocco più rigoroso dall'inizio della pandemia, poiché le autorità hanno avvertito che il rischio di un focolaio su larga scala è "estremamente elevato". Tra i vari provvedimenti, l'obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici e la chiusura dei ristoranti dopo le 18:00, quando potranno effettuare solo il delivery. Anche Disneyland Hong Kong è stata chiusa di nuovo dopo la riapertura a inizio giugno.
Medio Oriente
Sia Israele sia la Cisgiordania hanno di nuovo introdotto limitazione in risposta all'aumento dei contagi, con chiusura di bar, ristoranti e palestre. In Asia Navotas, un quartiere di Manila, la capitale della Filippine, dovrebbe essere sottoposto a lockdown imminente per almeno due settimane: anche in questo caso gli abitanti potranno uscire di casa solo per andare a lavoro, mentre i ristoranti potranno effettuare solo servizio a domicilio. Infine, in Uzbekistan è stato deciso il secondo blocco dal 10 luglio, con i provvedimenti in vigore almeno fino al 1 agosto.