Nuovi bombardamenti israeliani su Gaza, almeno 10 morti: atteso l’incontro tra Biden e Netanyahu
Sono almeno dieci le persone, tra cui donne e bambini, rimaste uccise dai nuovi bombardamenti israeliani che hanno colpito ieri sera i campi profughi di Burej e di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. A riferirlo è l'agenzia Anadolu, secondo la quale nei raid aerei ha perso la vita anche il giornalista Moatasem Ghorab. La sua morte fa salire a centosessantadue il numero di cronisti rimaste vittime negli ultimi nove mesi di conflitto, a partire dall'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre.
Nel frattempo l'esercito di Tel Aviv ha fatto sapere in un comunicato di aver "effettuato operazioni selettive contro molteplici strutture militari" nel centro della Striscia dove erano stati rinvenuti "vari tipi di armi" e di aver scovato nuove "infrastrutture terroristiche" nella zona di Rafah, a Sud del territorio palestinese, dove avrebbero smantellato una "cellula armata" che aveva affrontato i soldati israeliani.
Le forze armate d'Israele hanno poi riferito di avere individuato ed eliminato "tunnel terroristici e infrastrutture sotterranee" nell'area di Tal al Sultan, sempre vicino a Rafah. L'esercito ha anche confermato di aver attaccato nella notte dei depositi di armi di Hezbollah. L'aviazione israeliana ha "colpito due depositi di armi di Hezbollah nel sud del Libano, contenenti razzi e altri armamenti", ha dichiarato.
Secondo l'agenzia di stampa nazionale libanese (NNA), che ha dato notizia del raid contro il deposito di munizioni localizzato nella città di Adloun, a circa 30 chilometri dal confine con Israele, le esplosioni hanno "ferito leggermente tre cittadini". Da parte sua, Hezbollah ha dichiarato di aver lanciato "decine di razzi Katyusha" contro il nord di Israele "in risposta" all'attacco.
Sempre ieri, Israele ha colpito per la prima volta i territori yemeniti, in particolare la città costiera di Hodeida, in risposta all'attacco drone dei ribelli Houthi, causando almeno 3 morti e 80 feriti. Secondo le Idf, il porto yemenita colpito era usato dagli Houthi "per ricevere le armi trasferite dall'Iran". Il raid era stato approvato dal ministro della Difesa, Yoav Gallant, durante una riunione con alti funzionari militari."L'incendio a Hodeidah porta un chiaro messaggio: gli Houthi ci hanno attaccato oltre 200 volte, per la prima volta hanno messo in pericolo cittadini israeliani, e noi li colpiamo. E continueremo a farlo ovunque sia necessario", ha dichiarato.
Intanto domani, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu volerà a Washington, negli Stati Uniti. L'incontro con il presidente americano Joe Biden, previsto in un primo momento per lunedì, è atteso per martedì prossimo. Dalla Casa Bianca il premier israeliano, che ancora non ha accettato la proposta di tregua con Hamas, mediata dagli Stati Uniti (che prevede tra le altre cose il rilascio degli ostaggi, come richiesto dalle famiglie), si rivolgerà a una sessione congiunta del Congresso americano.
Negli scorsi giorni il segretario di Stato americano, Anthony Blinken ha dichiarato che i negoziati attorno alla proposta per un cessate il fuoco "sono in dirittura d'arrivo", anche se rimangono delle "questioni da risolvere"."Credo che siamo nell'ultima fase e ci dirigiamo verso l'obiettivo di un accordo che conduca a un cessate il fuoco, riporti gli ostaggi a casa e ci metta nelle condizioni di costruire una pace e una stabilità durature", ha rassicurato.