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Nuove accuse per Navalny, che ora rischia i lavori forzati

Nuove accuse per il dissidente russo Alexei Navalny rischiano di far prolungare la sua pena in carcere o, nel peggiore dei casi, lo vedrebbero condannato ai lavori forzati. In un atto depositato ieri il Comitato Investigativo russo lo accusa di aver creato “un’organizzazione no-profit – ovvero la FBK o Fondazione Anti-Corruzione, ndr – che viola i diritti dei cittadini”.
A cura di Chiara Ammendola
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Nuove accuse messe nere su bianco da parte del Comitato Investigativo russo nei confronti di Alexei Navalny, reo di aver creato "un'organizzazione no-profit – ovvero la FBK o Fondazione Anti-Corruzione, ndr – che viola i diritti dei cittadini". Accuse che potrebbero portare a un prolungamento in carcere per l'oppositore russo o addirittura ai lavori forzati.

Secondo quanto depositato dagli atti del Comitato, responsabile delle inchieste per i crimini di alto profilo, Navalny avrebbe attraverso questa organizzazione "incoraggiato i cittadini a commettere azioni illegali", come la partecipazione a manifestazioni non autorizzate. Lo scorso giugno infatti la FBK è stata bollata come un'organizzazione estremista sulla base di una nuova legge ad-hoc. Navalny, scrive Meduza, rischia ora una multa fino a 200 mila rubli, lavori forzati, limitazioni alla libertà o reclusione fino a tre anni.

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Intanto ieri la stessa Commissione ha aperto inoltre due inchieste su due stretti collaboratori di Navalny, Leonid Volkov e Ivan Zhdanov, accusati di aver "raccolto fondi e fornito servizi finanziari finalizzati deliberatamente a finanziare organizzazioni estremiste". Si tratta di due dei tanti collaboratori e sostenitori dell'oppositore russo finiti sotto accusa in questi mesi. Tra gli altri imputati spiccano infatti Oleg, fratello di Navalny, Kira Yarmysh, addetta stampa dell'oppositore, e Maria Alyokhina, esponente del collettivo Pussy Riot. Navalny, che si trova in carcere in Russia, dopo essere stato condannato a due anni per una vecchia condanna per frode, dopo che era stato riconosciuto colpevole di violazione dei termini della libertà vigilata, è stato arrestato lo scorso febbraio all'aeroporto di Mosca, dopo aver trascorso un periodo di convalescenza in Germania in seguito a un avvelenamento da agente nervino del quale il dissidente considera responsabile il presidente Vladimir Putin.

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