Nuova Zelanda, arrestato chi ha condiviso il video della strage. Fermato un terzo attacco
È il giorno del lutto in Nuova Zelanda: oggi, mercoledì 20 marzo, sono infatti stati celebrati, nel corso della mattinata ora locale, i funerali di una prima parte delle 49 vittime dell'attentato messo a segno lo scorso venerdì nelle due moschee di Christchurch. Centinaia di persone hanno preso parte alla funzione, mentre la polizia ha diffuso i nomi di altri cinque persone morte nell'attacco realizzato da Brenton Tarrant, il 28enne suprematista bianco arrestato subito dopo la strage: si tratta di cinque uomini, tra cui anche un bambino di soli tre anni, Mucaad Ibrahim, che si trovava insieme al padre e al fratello, miracolosamente sopravvissuti. Gli agenti hanno identificato e restituito alle famiglia in totale i corpi di 21 persone.
Intanto, nuove indiscrezioni arrivano dalla Nuova Zelanda, dove continua il lavoro degli inquirenti per cercare di fare luce sulla vicenda e intercettare eventuali complici del killer. In particolare, è stato arrestato nelle ultime ore il 44enne Philip Arps, l'uomo che ha condiviso sui social network, in diretta, il video del massacro di Christchurch: dovrà rispondere di due capi d'accusa in seguito alla distribuzione del video dell'attentatore alla moschea di Al Noor e rischia 14 anni di carcere per ognuna delle accuse. La sua udienza in tribunale è in programma a metà aprile. Nel frattempo, il vicepresidente di Facebook, Chris Sonderby, ha reso noto, con un post pubblicato sul proprio profilo, alcuni dati relativi proprio alle immagini in questione: circa 200 persone avrebbero visto il filmato live della strage senza segnalarlo affinché fosse rimosso. Il video è stato visto in totale 4mila volte, la prima segnalazione è arrivata solo 12 minuti dopo la fine della trasmissione e, nelle prime 24 ore, sono stati rimossi 1,5 milioni di frammenti, screenshot e immagini del video.
Inoltre, fanno sapere le forze dell'ordine locali, Tarrant aveva pianificato anche un altro attacco, ma è stato fermato dell'intervento della polizia. Come ha riferito il capo degli agenti, Mike Bush il 28enne si stava recando sul luogo del terzo previsto attentato quando è stato arrestato, anche se non sono state fornite ulteriori informazioni per non intralciare l'inchiesta che è ancora in corso.