Nuova eruzione vulcanica in Islanda, dichiarato lo stato d’emergenza: evacuata la città di Grindavík
Una nuova eruzione vulcanica si è verificata nella mattinata di oggi, domenica 14 gennaio, dopo le 7:00 (le 8:00 in Italia, ndr) a sud-ovest della capitale islandese Rejkyavik. L'attività del vulcano Fagradalsfjall è ricominciata sulla penisola di Reykjaness, molto più a sud rispetto a quella del 18 dicembre, secondo quanto riporta il quotidiano islandese MorgunblaÐiÐ.
Il Dipartimento di pubblica sicurezza della polizia nazionale ha dichiarato lo stato di emergenza. Al momento sembra che si sia aperta una crepa a Sundhnúk, a nord di Grindavík, intorno alle 7.57 di questa mattina e che già si sta allungando. Sundnúkur si trova su uno spartiacque quindi non è chiaro dove possa scorrere la lava.
Secondo l'Ufficio meteorologico islandese, almeno 200 terremoti hanno colpito l'area vicino a Grindavik, a partire dalle 3 circa ora locale. Prima dell'eruzione, la Protezione civile locale ha ordinato l'evacuazione della cittadina e ha dichiarato che l'eruzione era imminente.
Già a dicembre nella penisola di Reykjanes si era aperta una fessura che aveva eruttato creando un fiume di lava luminoso. Sebbene le eruzioni vulcaniche non siano rare in Islanda, i vulcani della penisola di Reykjanes sono rimasti dormienti per circa 800 anni fino al 2021. Da allora, si sono verificate quattro eruzioni nella penisola, dove vive circa due terzi della popolazione islandese.
Quali sono i rischi dell'eruzione del vulcano Fagradalsfjall
La differenza con ciò che sta accadendo di recente, rispetto alle precedenti eruzioni, è che tutte si sono verificate lontane da infrastrutture o centri abitati; gli eventi degli ultimi mesi invece stanno minacciando seriamente la città di Grindavik e altri piccoli centri, che potrebbero essere completamente distrutti dalla lava.
Come raccontato a Fanpage.it da Roberto Luigi Pagani, scrittore, divulgatore e ricercatore in linguistica e paleografia islandese, conosciuto in rete come "un italiano in Islanda" (vive nel Paese dal 2014), "c'è chi dice che Grindavík diventerà una cittadina fantasma perché questa situazione potrebbe continuare per decenni".
Sarebbe particolarmente a rischio anche la centrale geotermica di Svartsengi, che fornisce elettricità e acqua a decine di migliaia di persone. I rischi dell'eruzione non si limitano alla potenziale distruzione dei centri abitati. Il vulcano Fagradalsfjall potrebbe infatti emettere gas tossici come il biossido di azoto, pericolosi anche per chi si trova a distanza significativa dall'area interessata dalla fuoriuscita del magma, inoltre la lava può favorire lo scioglimento del ghiaccio e di conseguenza possibili inondazioni catastrofiche, catalizzate anche dalla distruzione di dighe e ponti.
Inoltre se un'eruzione si dovesse verificare vicino ad acqua o ghiaccio, secondo quanto hanno detto gli esperti dell'IMO, potrebbe comportare grandi dispersioni di cenere o fumo e avere un impatto sui voli. Al momento però, per l'eruzione odierna, non è stata disposta la chiusura dello spazio aereo.