Nube radioattiva in Italia, il ministro Fazio assicura: “nessun pericolo”
Dodici giorni sono passati dal terribile terremoto e dallo tsunami che l’11 marzo scorso hanno sconvolto il nordest del Giappone. I morti sono più di ventimila, ancora moltissimi sono i dispersi, interi paesi spazzati via dalla furia dell’onda alta dieci metri che ha travolto ogni cosa durante il suo incedere impetuoso. Ma adesso quello che preoccupa di più il Giappone sono le conseguenze del disastro nucleare e la sua reale entità.
Ma il pericolo radiazioni minaccia il mondo intero Italia compresa dove, come mostra il video di Meteo France, per domani è previsto l'arrivo della nube radioattiva, provocata non dall'esplosione del reattore di Fukushima che non c'è stata, ma da alcune esplosioni dovute alla pressione eccessiva negli impianti della centrale o all'idrogeno che si è sviluppato nella centrale danneggiata. Tra l'altro i tecnici sono stati costretti a liberare nell'aria, a causa della pressione eccessiva, i vapori che, essendo stati vicini al reattore, erano diventati radioattivi.
ha diffuso nell'area circostante alla centrale le polveri radioattive che nell'atmosfera hanno formato una nube. La nube spinta dal vento ha attraversato l'Oceano Pacifico poi quello Atlantico fino ad arrivare in queste ore in Europa. Un percorso molto lungo durante il quale, secondo gli esperti, le particelle si sarebbero diradate è diventate assolutamente innocue e l'esposizione sarebbe minore a quella che si subisce quando si fa una radiografia.
Oggi inoltre, il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha rassicurato gli italiani annunciando che non sarebbe in arrivo nessuna nube radioattiva ma soltanto: "correnti d’aria che contengono una minima quantità di radioattività, assolutamente non tossiche e assolutamente non pericolose". Intanto in Giappone la situazione resta allarmante, una colonna di denso fumo nero si sta alzando dal reattore 3 della centrale nucleare di Fukushima ed i livelli di iodio radioattivo riscontrati nell’acqua dei rubinetti di Tokyo hanno superato i limiti stabiliti per i bambini.