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Nozze gay: si vota in Irlanda, dove fino al 1993 l’omosessualità era reato

Oggi gli irlandesi votano per decidere se vogliono introdurre i matrimoni gay nella Repubblica. L’Irlanda è il primo Paese al mondo a tenere un referendum sui matrimoni fra persone dello stesso sesso.
A cura di Susanna Picone
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Urne aperte in Irlanda per lo storico referendum sui matrimoni gay. Oltre 3,2 milioni di cittadini irlandesi sono chiamati oggi, dalle 7 alle 10 di questa sera, a dare il proprio parere sulla possibilità di modificare la Costituzione per decidere se introdurre le nozze tra persone dello stesso sesso. In concreto, gli aventi diritto dovranno pronunciarsi su un emendamento alla costituzione che autorizza il matrimonio, nel rispetto della legge, tra due persone senza distinzioni di genere. Gli scrutini inizieranno domani mattina alle 9 e nel giro di qualche ora si dovrebbe conoscere se hanno prevalso i sì oppure i no. Il premier cattolico Enda Kenny ha invitato a votare per il sì dicendo di non avere dubbi sull’estensione del diritto di sposarsi alle coppie gay, e lo stesso ha fatto anche il leader degli U2 Bono. L'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, voterà invece contro le nozze gay. I sondaggi, comunque, danno il sì largamente prevalente anche se determinante sarà l’affluenza alle urne. In caso di vittoria dei sì, l’Irlanda diventerebbe il primo Paese al mondo a legalizzare il matrimonio gay tramite un voto popolare.

In Irlanda omosessualità era un reato fino a poco più di 20 anni fa – L'Irlanda, dove l’omosessualità fino al 1993 era considerata un crimine, è il primo Paese al mondo a tenere un referendum sui matrimoni dello stesso sesso. In attesa del referendum di oggi l’Irlanda è stata tappezzata da manifesti di entrambe le parti: “Uguaglianza per tutti” è lo slogan di chi vuole le nozze gay, i manifesti sul “no” puntano invece sui bambini e il rischio che il matrimonio omosessuale apra la prospettiva di adozioni per le coppie gay. Quello sulle nozze gay non è l'unico quesito referendario per modificare la costituzione sottoposto oggi agli irlandesi: i cittadini devono esprimersi anche sulla proposta di ridurre l'età per l'eleggibilità del presidente della Repubblica dai 35 ai 21 anni.

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