Nord Corea condanna a 15 anni di lavori forzati studente Usa in viaggio nel Paese
Quindici anni di lavori forzati per aver cercato di portare via materiale di propaganda del regime di Pyongyang durante un viaggio turistico. È la pesantissima condanna inflitta dalle autorità nordcoreane contro lo studente statunitense Otto Frederick Warmbier, arrestato il 2 gennaio scorso mentre stava per imbarcarsi sull’aereo che lo avrebbe riportato a casa. Il ventunenne, studente dell’Università della Virginia, era arrivato nel Paese a fine dicembre 2015 nell'ambito di un viaggio organizzato da un’agenzia di viaggi cinese autorizzata dal regime nordcoreano. Secondo le autorità locali avrebbe tentato di rubare un poster di propaganda con uno slogan politico dall'albergo dove alloggiava. L'accusa però, nello stime del regime, va ben oltre e prevede il reato di "crimini contro lo Stato".
Il 21enne era stato esibito alla stampa già nel febbraio scorso durante una conferenza stampa nella quale aveva confessato la sua colpa, probabilmente estorta come le successive dichiarazioni che parlano addirittura di un coinvolgimento diretto della Cia. Secondo l’accusa infatti il giovane sarebbe entrato nel Paese in veste di turista con l'intenzione di condurre attività criminali contro lo stato spinto da un membro di una chiesa dell’Ohio e con il benestare della Cia. Per il regime il 21enne era sostenuto da un gruppo universitario per "danneggiare la motivazione e l'etica di lavoro del popolo coreano" e per "insultare nel nome dell'Occidente" la Corea del Nord
"Non avrei mai dovuto farmi spingere dal governo degli Stati Uniti a compiere un reato in questo Paese", aveva detto in lacrime lo studente a febbraio, aggiungendo: "Spero che l’amministrazione Usa non manipoli altre persone come me in futuro, chiedo perdono al popolo della Repubblica Democratica Popolare di Corea". Il caso, come già avvenuta in passato, probabilmente verrà usato dal regime per cercare di avviare negoziati politici con Washington. La dura sentenza infatti arriva in un momento di massima crisi nell'area dopo le minacce del regime, i test nucleari e il lancio di missili a lungo raggio.