Nord Corea, coi cannoni di Kim Jong-un peggio di Hiroshima: 64 mila morti in un giorno
L'ultimo test missilistico effettuato dalla Corea del Nord è “perfettamente riuscito”, fanno sapere direttamente da Pyongyang. “Il missile balistico ha volato verso est, dove sorge il sole, e ha centrato il suo obiettivo dopo aver percorso metà della distanza di cui è capace", evidenzia l'agenzia di stampa sudcoreana Yonhap. Ma la corsa di Kim Jong-un alle armi non finisce certo qui. Il leader nordcoreano ha chiesto di sviluppare armi ancora più potenti, visti i risultati raggiunti dal programma missilistico e nucleare di Pyongyang. Stando alle stime ufficiali, il regime dispone di circa 13.600 tra cannoni e sistemi lanciarazzi a lungo raggio, 10mila dei quali lungo i 245 chilometri della zona demilitarizzata. Secondo l'agenzia Reuters, che ha “ottime fonti” nella Difesa sudcoreana, la concentrazione più alta è nell’area di Kaesong. Il cannone più potente è il Koksan, che ha un raggio d'azione di 60 chilometri. Ma Kim dispone anche di copie di modelli russi e cinesi. Imponente anche la quantità di lanciarazzi su camion: in particolare, ci sono quelli da 240 millimetri che sono capaci di sparare 12-24 razzi. In 44 secondi potrebbero scaricare una salva completa.
Un arsenale in grado di tenere in scacco milioni di vite, a partire da quelle degli abitanti della penisola situata nell'Estremo Oriente. In caso di attacco dell’artiglieria nordcoreana, il risultato sarebbe drammatico: 2.811 morti alla prima scarica, 64 mila il primo giorno, stando ad uno studio di cui scrive Il Corriere della Sera. Ad avere la peggio, sicuramente la Corea del Sud. Harlan Ullman, autore della teoria della guerra per il predominio rapido di un Paese e del termine "shock and awe", in una lettera al Financial Times ha ammonito: “Con almeno 10 mila pezzi puntati su Seul, se ogni cannonata portasse 20 libbre di esplosivo ad alto potenziale (9 chili circa), con una cadenza di cinque colpi al minuto per pezzo, sulla capitale sudcoreana pioverebbero 1.000 tonnellate di esplosivo ogni 60 secondi. In un quarto d’ora si arriverebbe all’equivalente della Bomba di Hiroshima”. Secondo Sam Gardiner, ex colonnello della US Air Force diventato analista militare “gli americani non potrebbero proteggere Seul almeno per le prime 24 ore di un conflitto ‘convenzionale’, forse nemmeno per le prime 48 ore”.