Nonna e nipote salvi dopo il terremoto in Giappone: nove giorni sotto le macerie
E dopo il terribile terremoto dell'11 marzo scorso, il Giappone agli occhi del mondo appare prostrato, stanco, debole. Il bilancio delle vittime è salito paurosamente: si parla di oltre 8mila morti e di circa 12mila dispersi. L'area più colpita è la prefettura di Miyagi, raccontata attraverso scatti fotografici e video che non avrebbero bisogno di essere commentati. La dignità e il coraggio del popolo giapponese di fronte la devastazione hanno commosso il mondo, che guarda con ammirazione quanto fatichi per recuperare ciò che si è salvato dalla tragedia.
Mentre in questi ultimi giorni l'attenzione è concentrata sulla centrale di Fukushima e sulle conseguenze dell'esplosione, si è avuta la notizia di un miracoloso ritrovamento: nonna (80 anni) e nipote (16 anni) sono stati tratti in salvo dalle macerie dopo aver trascorso nove giorni incastrati in una nicchia formatasi dal crollo dell'abitazione; in quel preciso istante e, per fortuna, Sumi e Jin Abe, questi i loro nomi, si trovavano in cucina. Ciò ha permesso loro di sopravvivere prima che i soccorsi li traessero in salvo: hanno mangiato ciò che era contenuto nel frigorifero, soprattutto yogurt e Coca-Cola, sostenendoli per quanto possibile. Resistendo, immobili, al freddo che ha imperversato sul Giappone negli ultimi giorni.
Non appena hanno avvertito le voci dei soccorritori, che erano presso il mucchio di macerie della loro casa, Jin ha gridato con tutte le loro forze: "Aiutateci, siamo qui". Appena tratto in salvo dai vigili del fuoco, le sue prime parole sono state: "Dentro c'è la nonna!". Immediatamente dopo le mani nude dei soccorritori stavano già scavando tra i cumuli di macerie per liberare anche Sumi, la nonna di Jin, che ha resistito in quelle condizioni nonostante l'età. E' apparsa lucida, lievi le ferite che ha riportato. Non c'è stato bisogno neppure di confortarla, perché non si è mostrata impaurita da quanto accaduto. L'unica sua preoccupazione è che il nipote Jin stesse bene. La gioia di questa ritrovamento si legge negli occhi velati di lacrime dei soccorritori: finalmente la vita dopo giorni trascorsi a recuperare i corpi delle vittime del terremoto.
Un miracolo, una piccola luce in una terra che ha perso i suoi figli. Il Giappone agli occhi del mondo appare prostrato, stanco, debole. Ma vivo.