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Covid 19

“Giovani non vaccinati in ospedale per Omicron”: il racconto di Medici senza Frontiere dal Sudafrica

Andrea Scali, capo progetto di Medici Senza Frontiere Sudafrica, a Fanpage.it: “La variante Omicron è 5 volte più contagiosa degli altri ceppi Covid, ma meno letale. Tra gli ospedalizzati la maggior parte sono giovani non vaccinati. Mandateci i vaccini: nessuno si salva da solo”.
A cura di Ida Artiaco
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"La variante Omicron, dai primi dati che ci arrivano, è cinque volte più contagiosa degli altri ceppi Covid finora identificati, ma il tasso di ospedalizzazione resta basso. Ciò non significa che a breve non dovremmo supportare gli ospedali locali per affrontare la nuova ondata della pandemia. Ci servono vaccini". A parlare è Andrea Scali, capo progetto di Medici Senza Frontiere Sudafrica, che a Fanpage.it ha raccontato quale è la situazione nel Paese a circa un mese dall'identificazione della nuova variante Omicron, che ha seminato panico e preoccupazione in tutto il mondo. Scali al momento si trova in KwaZulu-Natal, una delle cinque province che si trovano in piena emergenza Covid.

Quale è la situazione sanitaria al momento in Sudafrica?

"Il Sistema sanitario del Sudafrica funziona abbastanza bene in linea generale. Il problema più grande che hanno per affrontare il Covid è la mancanza di risorse umane, soprattutto per quanto riguarda il personale infermieristico. Il fatto che non ci siano abbastanza infermieri nel Paese porta il sistema sanitario a non riuscire a gestire la pandemia ed è per questo che anche la mortalità è salita fino al 21% durante le ondate precedenti. Dunque, c'è la capacità tecnica per poter gestire la situazione ma il problema più grande resta la mancanza di risorse umane".

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Rispetto al mese scorso, prima che si cominciasse a parlare di Omicron, cosa è cambiato?

"Prima che si scoprisse la nuova variante e fosse identificata in Sudafrica, ci aspettavamo una nuova ondata in questo periodo ma non ce ne aspettavamo una molto pesante e pericolosa, al punto da intervenire a supporto degli ospedali locali. Ora che stiamo ricevendo molti più dati su Omicron, capiamo che ci stiamo preparando a supportare gli ospedali e ad essere in prima linea per fronteggiare questa ondata. Quello che stiamo vedendo è che il tasso di infezione è 5 volte superiore alle ondate precedenti, però il tasso di ospedalizzazione dei pazienti è minore. Il fatto è che siccome ci sono molto più contagi ciò sta portando ad un tasso di ospedalizzazione elevato, anche se a livello di percentuale più basso rispetto alle ondate precedenti. Quindi comunque ci ritroveremo con gli ospedali affollati e i letti pieni, con grosso bisogno di supportare le strutture per organizzare l'intervento. L'ospedalizzazione avviene soprattutto tra le persone non vaccinate, quindi prevalentemente giovani, anche se la severità della malattia così come la mortalità sono molto basse".

Parlando di vaccini, che percentuale di vaccinazione si registra nel Paese?

"La campagna vaccinale è andata singhiozzo a causa dell'approvvigionamento delle dosi. Differenze significative si vedono tra le varie fasce d'età. Gli over 60 e 50 sono vaccinati oltre il 60%, quindi c'è una buona copertura. Il problema, come dicevo, riguarda soprattutto i giovani, i soggetti di età compresa tra i 18 e i 35 anni, per i quali il tasso di vaccinazione è molto più basso. E ciò è dovuto a tre motivi: uno è per l'appunto l'approvvigionamento dei vaccini, perché abbiamo avuto periodi in cui mancavano completamente le dosi, c'è poi da considerare la cattiva informazione che c'è nel Paese, e infine il fatto che una grossa fetta della popolazione vive in aree rurali ed è difficile raggiungerle con una campagna vaccinale estesa. Adesso, con la nuova variante, anche qui stanno spingendo molto sui vaccini, con il tasso che sta lentamente salendo però rimane sempre molto basso per i giovani".

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Oltre ai vaccini i governi imporranno ulteriori misure restrittive?

"Non ci aspettiamo nuovi blocchi o lockdown perché il Paese sta attraversando una grossa crisi economica ed una instabilità politica e ciò gioca un ruolo fondamentale per le decisioni del governo. I paesi in via di sviluppo e dove c'è una grande fetta della popolazione che vive in povertà non si possono permettere adesso di avere altre restrizioni. Quindi al momento non ci sono misure particolari e non credo che arriveranno. Anzi, con le vacanze di Natale vicine credo che molti si metteranno in viaggio per tornare a casa allargando la diffusione del contagio".

Come avete preso la decisione dei Paesi occidentali di vietare i viaggi con il Sudafrica? 

"Prima di tutto voglio dire che l'identificazione della variante Omicron in Sudafrica ci conferma che la sorveglianza epidemiologica funziona e questa è una buona notizia. Il fatto è stato che questa variante è stata identificata qui ma scoperta altrove, da quello che sappiamo in Ghana, ma visto che lì non hanno un sistema di sorveglianza sofisticato come il Sudafrica, che ha affrontato in passato anche tubercolosi ed Hiv, è stato chiesto di usare le proprie capacità per l'identificazione. Tra l'altro, l'Europa e i Paesi ricchi hanno iniziato a chiudere ai voli prima ancora che ci fosse prova che questa variante fosse effettivamente solo in Sudafrica e anzi già pochi giorni dopo queste misure di restrizione l'Oms ha criticato queste scelte, soprattutto per l'effetto che ciò ha comportato. Invece di premiare Paesi che sono riusciti a identificare questa variante, li hanno praticamente puniti e questo probabilmente porterà nel futuro altri, che non si possono permettere queste restrizioni, a non rendere note nuove identificazioni".

Quale lezioni avete imparato da questa situazione?

"Questa nuova evoluzione della pandemia ci ricorda che stiamo affrontando un problema di salute pubblica mondiale. Non ci si salva da soli. Se non riusciamo a dare il vaccino a tutti i paesi, chiuderne uno non servirà a molto nel lungo termine. Bisogna anche dare la possibilità a tutti i Paesi di fare i vaccini da soli ed avere così accesso alla possibilità di far incrementare il tasso di vaccinazione per contrastare la nascita di eventuali, nuove varianti".

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